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martedì 23 maggio 2023

Recensione: "Il Maestro e Margherita"- Michail Bulgakov

Buonasera lettori 💓

siamo di nuovo qui con una lettura tutta classica. Ebbene sì! Sono entrata a far parte di ben due gruppi di lettura e uno di questi propone classici. Questo mese siamo finiti in Russia, non quella dei giorni nostri ma la Russia di Stalin

"Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione". Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella Mosca degli anni '30 arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto di magia nera, accende una girandola di eventi tragicomici. 💓

Il romanzo si svolge su due principali piani narrativi paralleli, ai quali corrispondono due differenti ambientazioni storico-geografiche: la prima di queste è la Mosca degli anni '30 in cui si trova in visita Satana nei panni di Woland, un misterioso professore straniero, esperto di magia nera, attorniato da una cricca di personaggi alquanto particolari: il valletto Korov'ev detto Fagotto, un ex-maestro di cappella sempre vestito con abiti grotteschi, il gatto Behemoth, il sicario Azazzello. il pallido Abadonna, con il suo sguardo mortale, e la strega Hella.  L'arrivo del gruppo porta scompiglio non solo fra i membri di un'importante associazione letteraria sovietica, ma in tutta Mosca. La seconda storia, che si sviluppa nel corso dell'intero romanzo interrompendo la narrazione principale dei fatti di Mosca, rievoca gli avvenimenti accaduti a Gerusalemme durante il periodo pasquale al tempo di Ponzio Pilato. 💓

Possiamo dire che scrittore è stato in grado di criticare l'Unione Sovietica in maniera velata, utilizzando una storia fantastica, per non destare sospetti e per non incorrere in una censura. L'idea e la forza rivoluzionaria del libro, che è contemporaneo a Stalin e alla Urss, ma che si pone come critica a quest'ultima, sono fenomenali. Lo scrittore, utilizzando il pretesto narrativo del Diavolo che arriva a Mosca, ha voluto fare una forte critica alla società del comunismo sovietico e ai scrittori del periodo. Bulgakov critica la chiusura della società sovietica, la complessa burocrazia e la sua povertà. Nel romanzo il Diavolo visto come portatore di male qui appare, invece, come la persona che attua la vendetta dell’autore.
Ma l'opera, che gira attorno a personaggi fantastici e fantasmagorici, spesso ha dei periodi lunghi, contorti ed estremamente tediosi. E' un libro che merita tantissimo per la forza rivoluzionaria, ma la storia è molto lenta, si fa fatica ad ingranare e ha spesso parti che avrei saltato volentieri. 



Il romanzo è scritto in tono umoristico anche se il linguaggio è molto complicato. Il narratore racconta in terza persona, è estraneo alla vicenda tranne quando nella seconda parte del libro si rivolge direttamente al lettore, ed è onnisciente. Un aspetto che ho trovato interessante nella struttura del romanzo è  stato l'andamento quasi in parallelo nelle due storie raccontate, ossia la storia nella Mosca contemporanea e la storia nella Gerusalemme al tempo di Gesù. Entrambe le storie si svolgono nell'arco di pochi giorni e si concludono di domenica. 💓

Il messaggio bellissimo del Diavolo che va Mosca non per portare il male, ma per smascherarlo perchè intrinseco nell'uomo è la cosa che mi rimarrà di questo romanzo.

Consigliato solo se si contestualizza.

Buona lettura