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venerdì 19 agosto 2022

Recensione: "Bacio di Fuoco" #2 - Ilaria Varese

 Buonasera Lettori💓

Piccola premessa: la saga crea dipendenza! 

Abbiamo lasciato Gwen alle prese con un nemico molto potente in Tennessee, per ritrovarla sotto il sole della California, mentre dietro di sé una scia di terrore e morte. Per salvarsi, Gwen e Chase sono fuggiti a Los Angeles dove hanno trovato un rifugio dallo zio Dom. Ricominciare a vivere però non è affatto facile e la mente di entrambi sembra essere occupata da un solo pensiero: la vendetta. 



Christian Arden, il potente Alfa di L.A., si mostra molto interessato a Gwen e fa di tutto per riuscire a incontrarla e conoscerla, tenta di avvicinarla con ogni mezzo, spinto da un'attrazione misteriosa nei suoi confronti. È ormai fine febbraio e c'è un matrimonio alle porte a villa Arden: l'occasione perfetta. Nonostante Gwen non sia dell'umore di partecipare a una festa, si lascia persuadere dal fratello e dallo zio ad andare con loro. 

📚E proprio nel momento in cui la vita sembra tornare a sorriderle, Gwen riceve una telefonata inattesa che la rispedirà dritta sull'orlo del baratro. Ma stavolta non ci sarà nessuno a proteggerla. Stavolta dovrà affrontare le tenebre completamente da sola. 

Ilaria Varese é stata in grado di sviluppare un secondo capito della saga Winter Fe' corposo e appassionante, svelando una Gwen intima, fragile e sull'orlo di una depressione post traumatica non indifferente. Al dolore per la perdita del padre, che sembra non riuscire a metabolizzare, Gwen contrappone il desiderio inconscio di ricominciare da capo, una vita normale lontana da quel branco al quale capisce di non aver mai appartenuto veramente. Non sarà, però, quello che troverà a Los Angeles, nonostante lei insegua disperatamente la normalità. Suo fratello Chase, dal canto suo, é in balia dei propri demoni interiori e Gwen si ritroverà ad essere di peso. 📚

"La fregatura degli ansiolitici è che non migliorano l’umore. Puoi continuare a deprimerti, con l’unica differenza che lo fai con estrema calma."

Lo stile si conferma scorrevole e fluido, con un linguaggio quotidiano e attraente per il pubblico di Young Adult al quale è diretto. Anche in questo secondo romanzo il narratore è la stessa protagonista, Gwen, che ci mostra i vari personaggi attraverso i suoi occhi, con un misto di ironia e precisione al quale siamo già abituati e che rende il secondo capitolo della saga esplosivo e intricato, causando assuefazione!

Buona lettura💓



Recensione: "Luna d'Inverno" #1 - Ilaria Varese

Buonasera Lettori💓


Questa sera vi porto una nuova saga: fresca, appassionante e lupesca 

📙 Il mio viaggio in Tennessee inizia con una bellissima ragazza: lunghi capelli bianchi, occhi azzurri e pelle color della luna, Gwenfyr Flannigain, per tutti Gwen, è una ragazza di Bristol, nata e cresciuta in una fattoria dove vive insieme al fratello Chase e al padre Roderick. Una famiglia amorevole e unita, con una particolarità: sono licantropi di sangue puro da diverse generazioni. Eccetto lei, Gwen, che nonostante discenda come il fratello da un'antica stirpe di lupi, non ha mai subito la sua prima trasformazione. Gwen è ormai grande, è "difettosa": condannata a vivere a metà tra il mondo degli umani e quello del branco, ma senza far realmente parte né di uno né dell'altro. 

"Il periodo del Winter Fe', la Luna d'Inverno, sarebbe iniziato presto, e con il suo arrivo sarebbe giunto anche qualcos'altro. Qualcosa di spaventoso e inarrestabile, che ci avrebbe travolti tutti come un'onda gigantesca che ingurgita interi villaggi e li spazza via in un solo colpo. Un'onda color del sangue".

Un evento, tuttavia, sta per sconvolgere la sua vita: a meno di un mese dal suo compleanno - data che coincide con il solstizio d'inverno, un periodo particolare per le creature mannare - suo padre, il capobranco, viene a conoscenza della morte dell'Alfa della contea confinante per mano di un licantropo sanguinario, Nicholas Hasson. E nulla sarà come prima. 




Ho letteralmente divorato il libro in 2 giorni. Personaggi ben caratterizzati, storia scorrevole e piacevole, la scrittura è fresca, mai ripetitiva e alterna le spiegazioni paranormali ai dialoghi in modo perfetto. Adoro ogni personaggio, sembra di averci parlato o di averli incontrati personalmente. Sono viviIn genere mi avvicino poco ai fantasy italiani perché banali e prevedibili, almeno quelli che ho potuto leggere, invece con "Luna d'Inverno" ho incontrato una bellissima storia sui licantropi, veramente ben strutturata, come non mi capitava da un po'. 

L'autrice è stata in grado di ricreare, in parte, il mondo fantasy dei licantropi, accentuando l'aspetto animalesco e selvaggio che si era un po' perso nel corso del tempo per quanto riguarda questo genere

Si riparte con Gwen per il secondo #Baciodifuoco

Lettura consigliata

Buona lettura💓

sabato 13 agosto 2022

Recensione: "e-doll"- Francesco Verso

Buonasera Lettori,


fresco di conclusione vi lascio questa recensione su questo romanzo fresco e scorrevole💓


 📙 Ambientato in Russia, in anni molto diversi dai nostri, il romanzo si focalizza sull'essere umano e sulla sessualità. Da tempo le abitudini sessuali degli esseri umani hanno subito un'evoluzione non indifferente grazie alla creazione degli e-Doll: più sofisticati dei normali androidi, gli e-Doll rappresentano la risposta definitiva alla richiesta di una sessualità senza limiti da parte di un'umanità previdente ma al tempo stesso decadente. Se la società ha come problema la gestione dell'aggressività e di tutti gli istinti che permeano l'uomo e che minacciano, da secoli, il mantenimento della stessa civiltà, gli e-Doll sembrerebbero la soluzione.

In mezzo a tutto questo c'è Maya, irrequieta adolescente moscovita, che si finge un e-Doll e conduce una doppia vita. Da una parte è una studentessa svogliata, dall'altra si vende per sentirsi amata. Ma c'è anche Angel, un e-Doll ermafrodita, esperto nell'arte amatoria, che medita su come diventare un essere umano. I due protagonisti s'incontreranno in una sessoteca e si scambieranno qualche cosa che li avvicinerà alla realizzazione di se stessi. 


"GLI OMICIDI SONO DIMINUITI DEL 45 PER CENTO E GLI STUPRI DEL 28 PER CENTO. LE STRADE SONO SICURE E CAMMINARE E' DIVENTATO UN PIACERE. E-DOLL. E SAI COSA VIVI!"



Il romanzo si pone come un noir fantascientifico che ci invita a riflettere sui limiti del concetto di "natura umana". La storia è avvincente e piena di riflessioni che impongono un esame personale su questioni etiche e morali, ma che spingono il lettore ad altri quesiti filosofici e storici: in ogni capitolo ci si ferma a riflettere sulla nostra evoluzione e su tutti quei dogmi e precetti che fondano la nostra civiltà. Non manca la vena fantascientifica, con accenni ad Asimov e Dick, e non manca l'epilogo drammatico ma che forse infonde completezza.

Ho trovato l'autore interessante e fresco, difficile questo sul panorama della fantascienza contemporanea italiana, tanto è vero che questo romanzo gli è valso il premio Urania 2008, mentre altri suoi racconti sono apparsi su riviste nazionali e internazionali come Robot, iComics e Mamut.


Buona lettura💓



Recensione: "Lulù Delacroix"- Isabella Santacroce

Buonasera Lettori📚

Stasera vi porto anche un'altra recensione su un libro di un'autrice che adoro.

Piccola premessa: ho atteso tantissimo questo libro perché introvabile ormai. Sono una collezionista di Isabella (sono riuscita praticamente a collezionare tutti i suoi scritti), ma ahimè Lulù continuava a sfuggire, fino a quando è approdato nella mia libreria, grazie anche all'amore che mi circonda 💓

          "La vita è un incanto talmente prezioso che tutto congiura a spezzarlo"

Lulù Delacroix è una bambina imperfetta che ha avuto la sventura di nascere a Perfect City, dove tutto e tutti sono perfetti. Odiata ed esclusa da tutti i perfetti abitanti della città, inclusa la sua stessa famiglia, rinchiusa in casa per decreto del sindaco, la piccola Lulù, testa tonda e occhi distanti, apprende un linguaggio tutto suo, pieno di congiuntivi imperfetti come lei, da usare per comunicare con una bambola parlante e con una misteriosa poetessa, tale Emily Dickinson, che vive sulle nuvole. Fino a quando la piccola Lulù non intraprenderà un viaggio pieno di rischi e avventure in un mondo fantastico, per completare una missione importante.


"E ora guarda la speranza, questa strana invenzione, un brevetto del cuore, il cui moto è continuo e instancabile"


Lulù Delacroix è il Paradiso della Trilogia di Desdemona XI. La protagonista, la piccola Lulù, è un personaggio di un candore e di una tenerezza disarmanti. Lulù, infatti, è una deliziosa petite princesse che non si può non amare e che verrà infatti amata da tutte le bizzarre creature nelle quali incapperà nel corso del suo fantastico girovagare. 


Isabella Santacroce esprime la sua idea di Paradiso con questo bellissimo testo, accompagnato dall'Inferno di V.M.18 e dal Purgatorio Amorino. La scrittura è elevata, aulica, allucinata così come i luoghi descritti. D'altronde Baricco l'ha definita la "scrittrice del futuro" e lei stessa in un intervista di Gianmarco Aimi afferma "Ho rivoluzionato l’immagine dello scrittore, e porto avanti da ventiquattro anni una ricerca letteraria che non appartiene alla rassicurante vecchiezza che l’establishment culturale per comodità si spertica a osannare." E bisogna essere pronti ad elevare l'anima fuori dal corpo quando si legge Isabella, perché o si odia o si ama, e io personalmente la amo tantissimo 

Buona lettura ❤️📚




Recensione: "The last girl"- Joe Hart


Buonasera Lettori 📚

torno dopo molto tempo, veramente tanto...purtroppo la vita è imprevedibile e tra alti e bassi ho dovuto allontanarmi da questo angolino di mondo. Ovviamente i libri sono sempre stati accanto a me, compagni di avventura inseparabili, e quindi torno con una book Challenge iniziata all'ultimo, ma che affronterò con caparbietà, e tante recensioni rimaste in sospeso 📚

Iniziamo con una saga molto bella e distopica di Joe Hart, autore scoperto alla Fiera Internazionale del Libro di qualche anno fa 📚

La trilogia è ambientata in un futuro distopico in cui una misteriosa epidemia ha drasticamente ridotto il numero di donne sulla Terra. Nessuno ne conosce il motivo e il governo ha deciso di confinare tutte le bambine sopravvissute in centri di ricerca, dove vengono trattate come cavie. Non hanno mai visto il mondo esterno e vivono in una bolla di vetro, isolate da tutto e da tutti se non per i Custodi, le guardie votate a sorvegliarle per tutta la vita. 

Ma qualcosa in Zoey, la protagonista, si spezza quando intuisce di vivere nelle menzogne. Forte, determinata e con un'innata capacità critica Zoey, metterà in discussione la sua stessa realtà per la libertà e per la vita. 

Dopo molteplici viaggi alla ricerca di risposte, Zoey si rivelerà essere una delle ultime speranze per l'umanità. Ma la strada per la libertà sarà lunga e insidiosa. A tratti brutale Joe Hart scrive il finale spingendoci a considerare cosa faremmo se dovessimo scegliere tra la nostra salvezza e quella dell'umanità, con una conclusione inaspettata e veramente cruda, da lacrime 😢 


Le nostre scelte possono distruggerci, Zoey»

«Possono anche renderci liberi»


Buona lettura ❤️





mercoledì 3 giugno 2020

Recensione: "Isola di Neve"- Valentina D'Urbano

L'ultimo romanzo di Valentina D'Urbano che intendo recensire, prima di riprendere con la Challenge Books, è "Isola di Neve".
Il romanzo è una storia di amore e di musica che, come un nota musicale, risuona lungo due generazioni.
Ci ritroviamo a seguire due narrazioni inevitabilmente intrecciate.
La prima è ambientata nei primi anni '50, siamo sull'isola di Novembre e la vita per tutti è aspra e miserabile, per Neve ancora di più.
Neve, così  è come la chiamano tutti sull'isola, è figlia di un padre violento e ubriacone. La sua famiglia, di sette figlie femmine, dipende da Neve che, tra botte e fame, la sfama come riesce. Lei è l'unica in grado di provvedere a tutti e neanche a diciott'anni esce in mare a faticare come tutti gli altri uomini. Ma Neve è piccola e forte, agile e selvatica, ma soprattutto diversa dagli altri isolani: i capelli biondi e i tratti nordici la rendono diversa e bellissima.
Tutto cambia quando nel carcere dell'Isola di Santa Brigida viene trasferito uno straniero con il suo violino e viene rinchiuso in una cella che si affaccia su una piccola spiaggia su cui è proibito attraccare. 
Lì Neve sbarca apposta, spinta da una curiosità divorante, e trova Andreas, un musicista di Dresda, completamente diverso da come lo  aveva immaginato.
Sullo sfondo di questa isola feroce e dura, il loro incontro sarà indimenticabile, un nodo nel destino imprevedibile. 
Di contro, la seconda narrazione ha come protagonista Manuel: ventotto anni e una vita quasi finita per un errore imperdonabile. L'unico suo rifugio sarà Novembre, un'isola sperduta nel Mar Tirreno, insieme alla sua gemella Santa Brigida, l'isola del vecchio carcere abbandonato.
E' il posto perfetto per stare da soli e in tranquillità, se non fosse per Edith, una giovane tedesca con i dreadlook e i piercing sul viso e il suo dannato violino. Ma Edith è soprattutto una ragazza ossessionata da una storia: vuole sapere che fine ha fatto un famoso musicista tedesco di cui da cinquant'anni si sono perse le tracce.
La travolgente capacità di Valentina di caratterizzare i personaggi si unisce all'abilità di intrecciare passato e presente in un libro che sottolinea la potenza emotiva dei ricordi. 
La scrittrice ci invita a esaltare il valore stesso dei ricordi e a cercare se stessi attraverso il dolore e l'amore, come se fossero due lati della stessa medaglia.
Sicuramente l'ambientazione si allontana dalle classiche periferie raccontate dalla D'Urbano nei precedenti romanzi, anzi si potrebbe avere la sensazione che l'isola e la sua feroce bellezza siano un modo per evadere dal degrado, ma in realtà la scrittrice racconta l'asprezza di un piccolo borgo perso tra gli scogli, dove dolore e passione sono sempre gli stessi.
Un romanzo che fino all'ultima pagina non rivela se stesso, emozionando il lettore in una doppia storia verso cui si prova a cercare un unico lieto fine.
Di solito dormo.
Ma sento i tuoi passi quando arrivi.
Sento il modo in cui smuovi le onde e la sabbia.
Allora capisco che sei arrivata e mi sveglio.



Lettura consigliatissima
Buona lettura ❤️


martedì 19 maggio 2020

Recensione: "Il rumore dei tuoi passi"- Valentina D'Urbano

Cari lettori❤

ho scelto di uscire un attimo dalle recensioni della Challenge per continuare con i libri di questa fantastica scrittrice.
"Il rumore dei tuoi passi" è in realtà il romanzo d'esordio di Valentina, pubblicato nel 2012, un scritto rabbioso e meraviglioso in cui vengono plasmati due dei personaggi che ho amato di più tra i suoi.
Siamo alla Fortezza, lo stesso posto polveroso e degradato in cui è stato ambientato "Quella vita che ci manca", e in un passo del romanzo viene addirittura citata Beatrice.
Beatrice è la gemella di Alfredo, Alfredo il gemello di Beatrice, almeno così sono chiamati dalla gente del posto. In realtà in comune non hanno nulla se non un'amicizia ruvida e affilata come il vetro, nata da quando erano bambini e sopravvissuta al buco nero che a volte la vita diventa.
Perché alla Fortezza il degrado, lo spaccio, l'illegalità e la paura sono il pane quotidiano delle persone, e negli anni '80 in quel quartiere si sopravvive e basta. Beatrice vive in una casa piccola, stretta, dorme con il fratello, vive insieme all'amore dei suoi genitori. Alfredo, al contrario, vive nell'odio dell'appartamento di sopra, insieme ai due fratelli e al padre alcolista.
Grazie alle sfuriate del padre Beatrice e Alfredo si conosceranno, diventeranno amici, amanti, si consumeranno in un amore/odio selvaggio e graffiante, la possessione si mescolerà come polvere da sparo.
La storia spacca il cuore da dentro, lascia il lettore senza fiato, nella speranza di avere pagine positive, ma neanche la fine la Fortezza perdona. Si diventa la Fortezza. La speranza ha abbandonato quel quartiere da molto e non entra mai nella vita di Beatrice e Alfredo, che hanno solo quell'amore traballante e crudele, quel pezzo di vita sporca. 
La scrittura, bellissima e cruda, catapulta chi legge in una realtà vera e quotidiana, i personaggi hanno una forte caratterizzazione e accompagnano il lettore in un percorso di dolore e crescita. 
Alla fine non avrete più niente, alla fine rimarranno molte perplessità e nodi in gola.
Ritornerò a parlare di questo stupendo romanzo con il POV, cioè il punto di vista di "Alfredo", in cui quei nodi alla gola diventeranno lacrime e pentimento.
Come sempre la D'Urbano orchestra la storia magnificamente, senza mai una pagina di noia.
 Io non avevo mai odiato nessuno come odiavo lui in quel momento. E non avevo mai amato nessuno come sentivo di amare lui in 
quell'istante
Lettura consigliata davvero tanto.
Buona lettura  ❤️


Recensione: "Alfredo"- Valentina D'Urbano

"Un ritorno a casa", così Valentina definisce il punto di vista di Alfredo. 
Valentina racconta che nel 2010, chiusa nella sua stanza, scriveva "Il rumore dei tuoi passi" e intanto si domandava che cosa stesse succedendo nella mente di Alfredo.
Alla Fortezza, il quartiere senza speranza, dove i palazzi vengono bruciati dal sole e spaccati dal gelo, Alfredo è chiamato il "gemello" di Beatrice dalle gente, e viceversa. 
La storia che nascerà tra di loro, molto struggente e tragica, diventerà quasi un mito nel quartiere. 
Beatrice e Alfredo sono compagni di vita e di dolore, cercano di sopravvivere e stare a galla in un quartiere difficile e affilato come cocci di vetro. Ma "Alfredo" non è l'equivalente de "Il rumore dei tuoi passi", è la stessa storia certo, ma raccontata dal punto di vista di Alfredo. E ad Alfredo ci si avvicina poco per volta e poi non si riesce a lasciarlo andare.
Dal suo punto di vista emerge ancora di più la forza di Beatrice, nonostante i suoi vent'anni, forza che si scorge in lei fin da bambina. Attraverso gli occhi di Alfredo la forza di Beatrice è ciò che mantiene entrambi in vita, che cerca di strappare Alfredo dall'abbandono, dalla dipendenza dall'eroina e dalla sua fragilità.
Nel romanzo il lettore segue il suo percorso, sapendo già in parte come si concluderà, e matura la vana speranza di mutare qualcosa all'interno del libro, sviluppando il forte desiderio di cambiare il destino di un personaggio che è già segnato. Ad Alfredo ci si affeziona, si prova il suo stesso dolore, si vede attraverso i suoi occhi la Fortezza, piena di immondizia e con l'asfalto spaccato, per quello che è: una prigione.
Alfredo ci prova, ci prova ad emergere dalla sua fragilità, ci prova a rendere felice Beatrice, ma il tempo scorre inesorabile e quel maledetto destino non si può proprio cambiare.
Ho trovato il punto di vista di Alfredo ancora più crudo, ancora più triste e doloroso, soprattutto quando i nodi alla gola si sono sciolti per diventare una storia nuova, mai letta, anche se è la stessa.
Valentina D'Urbano, a mio parere, è una delle voci più forti della nostra narrativa italiana perché sa raccontare con sensibilità e intensità storie bellissime e vere. E' una scrittrice talentuosa che guarda la vita con sincerità e la racconta con durezza.
Una grande maestra nello scrivere una storia già letta, eppure mai capita e conosciuta. Perché "Alfredo" è il pezzo di vita che manca a Beatrice. 

Mi attraversa la testa il suo sorriso, l'idea di quello che avremmo potuto essere e non siamo mai stati.

Lettura consigliata tantissimo.
Buona lettura
 ❤️


Books Challenge #18.Un libro che ho scelto ad occhi chiusi dalla tua libreria: "Quella vita che ci manca" - Valentina D'Urbano

Cari lettori,
non credo di aver avuto feedback rispetto alle mie attuali recensioni, ma comunque mi scuso lo stesso con il mio pubblico, immaginario o no, per la mia assenza. A volte dovrei/vorrei avere il dono dell'ubiquità.
Continuo a proporre le mie recensioni rivisitate sui libri letti durante la Challenge Books di qualche anno fa. Ho iniziato con questo progetto proprio appena aperto il blog, anzi è stato proprio l'atto di recuperare quelle recensioni che finalmente mi ha fornito la spinta finale che mi serviva per aprire Ircania's World. Continuo il percorso con lei: Valentina D'Urbano.
Valentina si è presentata con i suoi romanzi ben tre volte nella Challenge, ma dopo aver pubblicato e rivisitato con il cuore in gola "Non aspettare la notte", ho deciso che prima di continuare con le recensioni della Challenge Books farò una breve regressione su questa bellissima scrittrice. Ogni volta Valentina lascia nel lettore pensieri forti e il cuore spaccato, per questo avevo scelto lei ad occhi chiusi dalla mia libreria. Ho scelto una storia intensa, unica come i suoi protagonisti, alla continua ricerca di un pezzo mancante che non si incollerà mai. La Fortezza non perdona mai.
Il nostro protagonista, Valentino, pensa che una vita diversa sia possibile, suo papà glielo ha trasmesso.  Ma lui, il minore dei quattro fratelli Smeraldo, sa anche che l'amore verso la famiglia va preservato, anche se è feroce, anche se quella famiglia è nata da padri diversi:
Anna, a trent'anni alla vita proprio non sa cosa chiedere, Vadim si è fermato a dodici anni, nonostante il corpo ne abbia venti, e Alan, il maggiore, emana solo rabbia.
E poi c'è Delia, che non è della Fortezza ed è bellissima, ma Valentino è turbato, non può scegliere lei perché significherebbe rivelare il suo segreto e tradire la famiglia, tradire Alan, significherebbe non essere più perdonati.
"Quella vita che ci manca" è un romanzo sull'amore tra fratelli, sul legame spietato e intenso, che sbatte contro l'amore tra un ragazzo e una ragazza.
Sei bella. Sei rimasta come ti ricordavo. Non mi importa di come ti vedono gli altri, di quello che dicono. Tu per me sei puro istinto, sopravvivenza. Tu sei il pezzo di vita che mi manca.

La D'Urbano è una maestra nella scrittura di storie vere, quotidiane, normali e profondamente umane. Nelle sue storie si ritrova spesso gran parte della vasta gamma delle emozioni e delle sensazioni della vita. Odio, impotenza, amore, rifiuto, dipendenza, vergogna, perdono, dolore, tristezza, rabbia sono le radici dei suoi libri . I suoi romanzi hanno vinto numerosi premi letterari come il Premio Stresa, il Premio Rapallo Carige e il Premio Città di Penne ed è stata riconosciuta come un vero caso letterario. Il suo romanzo d'esordio, "Il rumore dei tuoi passi", è stato pubblicato anche in Francia e Germania, ed è stato la mia scintilla con la scrittrice.

Lettura consigliatissima.
Buona lettura ❤️



Books Challenge #18.Un libro che non vedete l'ora di leggere: "Acquanera" - Valentina D'Urbano


Anche all'epoca della Challenge Books avevo continuato la strada dei romanzi della D'Urbano e anche con questo romanzo la scrittrice mi ha lasciata con gli occhi lucidi e il cuore pieno di tagli.
"Acquanera" è un mistero, lungo tre generazioni, in cui tre donne sono legate da un segreto sospeso tra luce e buio. 
A Roccachiara, un paesino del nord Italia dove ha sempre fatto molto freddo e dove la gente ha sempre parlato troppo, Fortuna ci torna da grande. E Onda, la madre di Fortuna, lo sa. Sapeva che sua figlia sarebbe tornata, l’ha sognato la notte prima. Fortuna è tornata in paese per un solo motivo, sapere se il corpo rinvenuto nel bosco poco tempo prima appartenga o meno a Luce Ranieri, la sua unica amica di infanzia, scomparsa anni prima e mai ritrovata. Fortuna cerca di ricordare il passato e, per ricostruirlo chiaramente, ha bisogno di indagare sull'arrivo a Roccachiara di sua nonna Elsa, un giovane bambinaia presso una ricca famiglia del paese. Ma Elsa non ha avuto una vita tranquilla e serena, perché sogna l’acqua del lago, le persone. Sogni confusi e poco chiari, sogni che sono presagi di tragedie.  Costretta a lasciare il lavoro per la cattiva reputazione che le si avvolge attorno, l’unica disposta ad ospitarla è la vecchia Clara Castello, anche lei con delle doti particolari. Clara è pratica di erbe e di pozioni, di fantasmi, anche lei è malvista e sulla bocca di tutti. 
Attraverso queste tre donne la scrittrice racconta la ricerca costante sulle origini, carica il loro rapporto con la necessità di venire a patti con la propria natura e incessantemente esplora la quotidianità della famiglia, che non sempre si chiama amore. 
I segreti che le donne custodiscono nei loro cuori si intrecciano inevitabilmente con la presenza scura, dominante e morbosa del lago, rappresentato come un elemento soprannaturale ma tangibile e reale. 
Le torbide acque ospitano misteri, ospitano artigli e tragedie.
La scrittura, come sempre scorrevole e piacevole, rende il romanzo teso come tendini, sempre sul punto della rivelazione, portando il lettore ad un momento di catarsi incredibile.
Quello che infine emerge come uno schiaffo in faccia e che fa venir voglia di urlare è il rapporto tra Fortuna e Onda, un rapporto meschino e privante di ogni cosa bella, che si incastona in questo sfondo di magia, superstizione, sogni premonitori, sensazioni cupe e surreali. Perché il lago sente tutto.
Le persone sbandierano il loro amore,te lo sbattono in faccia con arroganza.
Amare qualcuno e avere qualcuno che ti ama ti rende migliore.
Ma io penso che sia amore rappreso.
E'bigiotteria,non vale niente.
E'lucente in superficie ma dentro è nero,rugginoso:si inceppa e non funziona.
L'amore,quello vero,è quello che la gente nasconde.
Quello che rende fragili e cattivi.
Quello che rende meschini.
Quello che rende avidi,disposti a tutto.
L'amore è scuro,vischioso.
E'il sangue che si addensa e chiude i contorni di una cicatrice.
E'muffa che ti vive addosso mentre tu sei morto.
Quello che non vorresti far vedere a nessuno.
L'amore che ti vergogni di provare.

Lettura consigliatissima.
Buona lettura ❤️






giovedì 30 aprile 2020

Books Challenge #29. Un libro che è diventato best seller: "Maze Runner: il Codice" - James Dashner

Arrivato dodicesimo nella classifica Bestseller di IBS libri come narrativa straniera e di fantascienza, "Il Codice" ha rappresentato per me in tutto e per tutto la forza di volontà del suo protagonista, Thomas, nel voler svelare le bugie e i tradimenti subiti nella vita e operati dalle persone di cui si fidava di più.
Secondo prequel della saga, "Il Codice" riavvolge il nastro fino ad arrivare ai 5 anni del piccolo Stephen, che fu affidato alla C.A.T.T.I.V.O. dalla madre, in quanto immune al virus dell’"Eruzione", che ha portato il padre alla pazzia e che presto farà lo stesso con la madre. L'organizzazione della C.A.T.T.I.V.O gli darà un nuovo nome, Thomas, e lo sottoporrà quotidianamente per ben 3 anni ad esami medici, test e rompicapi. Anche Teresa è immune, ma Thomas non lo sa, non sa che lei vive a pochi metri da lui, non sa che ancora non si possono incontrare. Ogni sera, raggomitolato sotto le coperte, il nostro protagonista si chiede se ci sono altri bambini rinchiusi con lui in quel centro segreto, non sa a cosa servono tutti quegli aghi e i continui prelievi di sangue e si domanda se un giorno oltre a strappargli via il nome gli porteranno via altri ricordi del suo passato. Thomas non incontrerà mai nessuno di loro, fino a quando una mattina verrà sottoposto ad un intervento (come gli altri ragazzi prima di lui) che consiste nell'impianto di un dispositivo in grado di monitorare in tempo reale la sua “zona della violenza”, il suo cervello.
Diversamente da "La mutazione", in cui veniva spiegata l’origine dell’Eruzione e la sua diffusione sulla Terra, nel suo secondo prequel Dashner sceglie di analizzare meglio Thomas, sceglie l'introspezione psicologica, eseguendo un'indagine profonda ad ampio spettro.
Con questa analisi introspettiva Dashner ci insegna che i ricordi sono quelli che rendono noi stessi tali e che non bisogna mai smettere di correre per farli sopravvivere.
Ho particolarmente apprezzato "Il codice" perché, anche se non aggiunge nulla alla narrazione e non fornisce ulteriori elementi per sedare dubbi residui, si presenta intelligente e congeniale, insidioso e psicologico.
Lettura consigliata.

Buona lettura ❤️


Books Challenge #26. Un libro a mia scelta: "Maze Runner. La rivelazione"- James Dashner

Ho scelto per questa categoria della Challenge Books il terzo libro della trilogia di James Dashner, in parte perché volevo chiudere la trilogia in cui ero in ballo e, in parte, perché ero curiosa del finale ed ero avida di risposte. Lunghi respiri mi hanno condotto verso il finale, sopravvivere è stata anche una sorta di missione personale.
Lo stile da fantascientifico distopico è stato mantenuto abilmente dall'autore, fino alla verità finale.
In questo terzo libro ritroviamo di nuovo Thomas, alle prese con la C.A.T.T.I.V.O., di cui è prigioniero. Nel periodo di detenzione, insieme agli altri Radurai e ad un altro gruppo, chiamato gruppo B, Thomas scopre dal vicedirettore Janson che la cura per l'Eruzione (la malattia mortale che affligge l'umanità) ed il processo per elaborarla non è ancora stato ultimato. Vengono inoltre a sapere che tutti loro hanno la malattia, ma molti sono immuni al virus. Le persone immuni, dette "Muni", sono visti con disprezzo dal mondo esterno. Oltre alla questione della cura, ai Radurai viene offerta la possibilità di ripristinare i propri ricordi, e viene anche rivelato che il dispositivo di controllo nel loro cervello sarà rimosso nel processo. Ciò significa che Thomas, Teresa e Aris non saranno più in grado di comunicare telepaticamente. La maggior parte accetta il procedimento, salvo Thomas, Minho e Newt, che si ribellano e cercano di scappare dal centro della C.A.T.T.I.V.O. 
Thomas sa di non potersi fidare delle menti maligne che ci sono dietro a questo progetto della C.A.T.T.I.V.O, ma siamo sicuri che la C.A.T.T.I.V.O. sia veramente malevola nei confronti dei ragazzi?.
La domanda sorge spontanea poiché i protagonisti si scontrano con un mondo di cui non hanno ricordi, un mondo che li odia e di cui ormai non fanno più parte; un mondo distrutto in cui la moralità è una questione relativa che anche loro dovranno affrontare.
Cattivi e buoni si inter-scambiano, senza definire una linea netta.
I ragazzi sono costretti a crescere in fretta, a prendere decisioni molto importanti, a proteggersi a vicenda. La forza di Thomas, nonostante la paura, sarà sempre maggiore, determinante per restare con quelli che considera i suoi veri amici e per proteggerli a qualunque costo. Teresa ancora una volta sarà piena di sorprese e risvolti inaspettati. La descrizione degli scenari apocalittici e rovinosi proietta nella retina del lettore immagini sempre molto vivide e catastrofiche. Lo stile di James rimane sempre coinvolgente nel disegnare un mondo dettagliato, concreto, vero, portando il lettore a viverci per forza. Ho trovato, tuttavia, la prima parte del libro un po' lenta e monotona, priva di eventi e sviluppi significativi. Il finale è coinciso e coerente con gli sviluppi e gli eventi accaduti, senza tuttavia aggiungere qualcosa di troppo sensazionale alle vicende che hanno coinvolto  i RaduraiLettura consigliata.
Buona lettura ❤️

sabato 25 aprile 2020

Books Challenge #14. Un libro che è diventato un film: "Maze Runner. Il Labirinto"- James Dashner


Cari lettori,
James Dashner e la sua saga sono riusciti a completare ben cinque categorie della Challenge Books, di cui vi sto raccontando le mie impressioni. Si tratta di una serie di romanzi fantascientifici, distopici; il primo libro "Maze Runner – Il Labirinto", è uscito nel 2009 ed è diventato un film nel 2014, "Maze Runner – La fuga", uscito nel 2010, è stato riproposto al cinema nel 2015, in un imbarazzante miscuglio di avvenimenti, presi anche dal terzo capitolo, "Maze Runner – La Rivelazione", pubblicato nel 2011. Il primo prequel, "Maze Runner – La Mutazione", è uscito nel 2014, in contemporanea al film infatti, "Maze Runner – Il Codice", è uscito solamente nel settembre del 2016. Ho cercato di inserire la saga nelle diverse categorie e ci sono riuscita. Partendo dall'incipit della saga "Maze Runner. Il Labirinto" è un libro pieno di adrenalina e una lettura affascinante. Ritrovarsi con Thomas, il protagonista, in un labirinto di pietra e cercare ogni possibile soluzione, oltre a chiedersi perché e chi abbia voluto chiudere circa 50 ragazzini lì dentro, è qualcosa che ti catapulta in un mondo dai risvolti oscuri e stimola soprattutto domande su come nasce una società. Assistiamo infatti ad un'utopia di non violenza ricreata in vitro, all'illusione di un eden menzognero, fondato sulla paura di oltrepassarne i confini e alla sicurezza della famiglia-comunità come punto di arresto dell'evoluzione di una società.
Un certo numero di adolescenti, i "Radurai", vengono lasciati in uno strano posto chiamato Radura. Oltre le mura di questa radura c'è un labirinto con le pareti in continuo movimento, con all'interno  chiuse orribili e mostruose creature, chiamate i "Dolenti": è impossibile uscire da questo posto se non si supera il Labirinto. Ogni mese un nuovo arrivato, soprannominato dai ragazzi già presenti "Fagiolino", si unisce ai Radurai, inviato tramite un ascensore e con tutti i ricordi del passato cancellati (tranne il proprio nome e lingua). L'obiettivo finale che i Radurai  si pongono, che intanto si sono organizzati ed hanno fondato una piccola comunità, è quello di trovare una via d'uscita dal Labirinto: ogni giorno appena la porta del Labirinto si apre, alcuni ragazzi, scelti tra i più veloci e detti apposta"Velocisti", si avventurano al suo interno, cercando di farne una mappa ed elaborare uno schema che possa condurli all'uscita. Quando Thomas (O'Brien) si trova improvvisamente senza memoria e intrappolato in un ascensore, iniziano a succedere cose insolite, soprattutto quando entra nella Radura e viene scelto per avventurarsi nel Labirinto.
Ma perché tutti quei giovani si trovano nella raduna? Chi li ha portati in quel luogo e per quale finalità? Perché sono tutti uomini e in oltre due anni di reclusione nemmeno una ragazza è mai entrata a far parte del gruppo?.
Alcune di queste domande troveranno risposta soprattutto nei sequel, tuttavia alcune basi vengono gettate già in questo libro, che si presenta fin da subito diverso da altre saghe. E' ambientato in un luogo non collocabile, fuori dal mondo ed è privo di triangoli amorosi. Si concentra soprattutto sulla ricerca di una via di fuga, anche se non si conosce la destinazione e a che cosa possa portare una fuga, sul gioco di squadra, sulla rivalità, sull'intelligenza.
La scrittura, con termini originali e divertenti, guida il lettore in modo acuto, rapido e ipnotico fino alla fine. Non dà spazio alle futilità e presenta un colpo di scena dopo l'altro. 
Ottima la trasposizione cinematografica del romanzo. La regia, affidata a Wes Ball, si snoda tra le scelte etiche ed estetiche con mostri mutuati da "Doom", uno spirito da naufraghi come la serie "Lost" e una nuova micro- civiltà di ragazzi come ritroviamo ne "Il Signore delle Mosche", il tutto condito in salsa Young Adult.
Lettura consigliata, come il film.

Buona lettura ❤️

giovedì 23 aprile 2020

Books Challenge #6. Un libro tratto da una storia vera: "Christiane F. La mia seconda vita"- Sonja Vukovic


Arrivata a questa categoria, il libro era già stato scelto nella mia testa. Era già da un po' di tempo che desideravo sapere la fine di quella storia, la storia di Christiane F., quindi l'occasione era più che gradita. 
Leggere di Christiane trent'anni dopo "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" è qualcosa di spietato e crudo. Uno spaccato di realtà cruento.
Se non avete la minima idea di chi sia Christiane F. vuol dire che vi siete persi un libro, a mio parere iconico, rappresentativo di un'intera generazione, la fotografia di un'epoca: "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" è un libro pubblicato nel 1978 dai giornalisti di Stern, K. Hermann e H. Rieck, e dalla protagonista Christiane Vera Felscherinow. Come dissero gli stessi giornalisti "partimmo da una semplice intervista ad una giovanissima ragazza per presto divenire per due mesi i suoi ascoltatori".  
Attraverso una lunga intervista, conosciamo la vita di Christiane, una ragazzina diventata tossicodipendente in giovane età. Il libro si pone come un documentario che riporta direttamente le parole della ragazza e degli altri intervistati senza porre giudizi o commenti. Ma per poter parlare di "Christiane F. La mia seconda vita" bisogna sapere cosa è "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino". Ecco perché prima di questo articolo troverete la mia recensione sul "documento-verità".
Ritornando alla seconda parte della sua vita ritroviamo Christiane, con 52 primavere alle spalle e 20 anni vissuti a Berlino e con una consapevolezza: non se lo aspettava neanche lei. Dopo una vita girovaga tra Germania, Svizzera, Grecia e il carcere, una carriera musicale mai decollata, un figlio avuto nel 1996, e una lotta con la droga che va avanti da sempre, Christiane sopravvive dignitosamente con una forma cronica di epatite e con il dolore per il figlio che le è stato portato via, ma con il quale è riuscita a costruire un rapporto. Una vita solitaria e dismessa insomma quella che ci viene presentata in questo racconto autobiografico, scritto grazie anche al supporto della giornalista Sonja Vukovic. Un racconto pieno di consapevolezza che ci aiuta a capire il perché di certe scelte e, ciò che lo rende tale, non sono i soliti argomenti, come ci si potrebbe aspettare da una biografia simile: droga, alcol, prostituzione e terapie, ma sono le relazioni umane, la solitudine, il dolore, la mancanza di fiducia, la mancanza di amore. Scrivere sulle dipendenze è come scrivere sulle relazioni interpersonali umane e sulla loro fragilità. Leggere sulla dipendenza di Christiane F. è come vivere in prima persona il suo caos emotivo. Caos emotivo da cui è emersa come la Signora Felscherinow, una persona che ha cercato di darsi delle risposte da ex tossicodipendente.
Lettura consigliatissima.
Link per l'intervista breve a Christiane dopo 30 anni ----->Christiane F.

Buona lettura ❤️



Recensione: "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino"- Christiane F.


Ho deciso di inserire questa piccola digressione, ed uscire dalle recensioni ritrovate per la Challenge Books, poiché uno dei libri, scelti per la categoria "tratto da una storia vera", è da considerarsi la seconda parte di un libro che negli anni è diventato iconico, pertanto mi sembrava giusto, per chi non fosse a conoscenza del quadro completo, fare una presentazione di "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino".
Il libro si presenta come sicuramente atipico per forma e contenuto, in copertina viene chiamato "documento-verità" ed è forse la definizione che più gli si avvicina. Pubblicato nel 1978 dai giornalisti K. Hermann e H. Rieck e dalla protagonista Christiane Vera Felscherinow, questo documento autobiografico racconta con particolare realismo le vicissitudini della protagonista Christiane in una Berlino degli anni Settanta: il trasloco a sei anni dalla campagna di Amburgo al sobborgo berlinese di Gropiusstadt, l'infanzia difficile, il padre violento e la separazione dei genitori, l'iniziazione alle droghe dapprima in un oratorio protestante, poi nella discoteca berlinese "Sound", i primi amori, le prime amicizie e la caduta nel tunnel della tossicodipendenza e della prostituzione.
Nel libro si ritrovano le trascrizioni delle diverse interviste che i giornalisti sostennero nel corso del 1978 per due mesi con Christiane e che danno l'idea e l'impressione di dialogare direttamente con i soggetti, aspetto positivo perché rende la stessa lettura una conversazione, senza filtri o spiegazioni sugli atteggiamenti o sulle decisioni degli stessi. 
Sicuramente le parole e la naturalezza del racconto e delle interviste rendono il quadro molto pesante e complesso, destando scalpore, così come fu all'epoca della pubblicazione: la giovanissima età dei protagonisti coinvolti nella tossicodipendenza e nella prostituzione, il sordido contorno di personaggi adulti, spesso psichicamente disturbati, e lo sfruttamento della sventura di ragazzi ancora bambini, schiacciati dal bisogno di procurarsi la dose quotidiana diventano elementi di scandalo. Non a caso molte critiche sono state rivolte al libro proprio per questi motivi, poiché potrebbe essere una lettura non sana e inutile al fine di allontanare i ragazzi dalla droga. Secondo alcuni la testimonianza diretta e cruda di un adolescente, senza commenti, spiegazioni sulle sue azioni, giudizi o analisi sarebbe solo fine a se stessa, soprattutto perché l'intervista di Christiane è contraddittoria e piena di esempi blandi e stupidi su come si finisca nel tunnel della droga.
A mio parere, strettamente personale, ritengo che lo scopo di questo documento non sia quello di dare una morale ("Christiane si droga per solitudine, ma la droga fa male ragazzi! Parlate con i genitori, gli amici o con le vostre figure di rifermento se vi sentite soli!",) ma di fornire una testimonianza scioccante e straziante, in cui la protagonista riporta quello che pensa quasi sempre liberamente, scende nei dettagli, anche scomodi (fuma hashish, prende Lsd, efedrina e mandrax, a quattordici anni per la prima volta si fa di eroina e comincia a prostituirsi), fornisce le sue motivazioni, spiega a modo suo come vede il mondo. Non pensa certo di dare spunto ad un romanzo pedagogico sulla droga. Sta al lettore, alla fine del documento, trarre le conclusioni, fare un'analisi del suo racconto, senza fermarsi alla superficialità di alcune affermazioni poiché dietro le parole si apre sempre un mondo di significati.
Specifico che, con questo, non voglio difenderla o punirla, considerarla una tossica senza speranza o un normale esempio di distruttività giovanile in un contesto di degrado, non voglio scusarla per l'ambiente in cui è cresciuta né assolverla, semplicemente ho analizzato la sua testimonianza come me l'ha raccontata.
Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo) è un  diventato un film nel 1981, diretto da Uli Edel, ambientato tra il 1975 e il 1977, ed è stato girato alla stazione di Berlino Giardino Zoologico (luogo dei veri eventi del libro autobiografico), all'Europa-Center di Charlottenburg e nel Märkisches Viertel di Berlino Ovest. Le riprese fuori Berlino sono state girate a Königslutter am Elm in Bassa Sassonia.  Il film contribuì alla fama della storia di Christiane, rendendo nota, nel mondo occidentale, la piaga della prostituzione e della tossicodipendenza giovanile.
Lettura consigliata come anche il film.

Buona lettura ❤️


martedì 21 aprile 2020

Books Challenge #13. Un libro con il titolo che inizia con l'iniziale del tuo nome: "Beastly" - Alex Flinn


Mi chiamo Barbara. La maggior parte delle persone con cui ho un po' più di confidenza mi chiama Ba, la mia migliore amica mi chiama B (un richiamo, se vogliamo, anche alla serie TV Gossip Girl. Piccola digressione per i non intenditori:  Serena Van Der Woodsen e Blair Waldorf sono le migliori amiche che spadroneggiano nell 'Upper East Side all'interno della serie, rispettivamente bionda e mora, come io e la mia migliore amica Selene), B come Beastly. 
E' un romanzo fresco e molto dolce, una rivisitazione della favola de "La Bella e La Bestia". Tuttavia l'ambientazione è dei giorni nostri: nella grande metropoli di New York, la bestia, Kyle Kingsbury è il classico sedicenne arrogante, ricco, popolare e figlio di papà, mentre la nostra Bella, Linda, è una dolcissima ragazza dal passato tormentato e complicato. 
L'autrice statunitense ha cercato di mantenere attiva la figura della strega che compie l'incantesimo, in modo arguto anche se l'ambientazione è fuori da un mondo propriamente magico, ed ha cercato di focalizzare l'attenzione sulla storia d'amore tra i personaggi, ma anche sul loro stato d'animo, infatti entrambi i protagonisti sono stati abbandonati dai genitori, seppur in modi diversi.
L'atteggiamento sbruffone di Kyle contro le persone esteticamente brutte viene punito da una giovane strega gotica, Kendra, la quale trasforma, come nella favola, il protagonista in una bestia con peli su tutto il corpo, artigli e dentatura animale. Nella tasca del vestito che indossava al ballo di fine anno, Kyle, ha due petali di una bellissima rosa bianca. Ogni petalo corrisponde ad un anno  e la Bestia ne ha solo due per spezzare la magia, trovando una persona di cui innamorarsi, che riesca a ricambiarlo nonostante il suo aspetto. Il  padre, famoso conduttore televisivo e, come il figlio, avverso a tutto ciò che è brutto, decide di segregarlo in un palazzo alla periferia di Brooklyn, palazzo in cui entra nella sua vita, in un modo rocambolesco, Linda "Lindy" Owens. Il padre della ragazza è un ladro e una notte cerca di far irruzione nel palazzo di Kyle, ma viene scoperto. Per salvarsi la vita, decide di barattare la sua libertà, dando in cambio la propria figlia. Nel corso dei due anni, Kyle risulterà molto cambiato e molto umano. L'autrice è stata incredibilmente fedele alla favola, in modo originale, riuscendo a risolvere alcune questioni "cruciali". Divertente, originale, il romanzo, attraverso la favola, affronta tematiche attuali nella nostra società, come il bullismo, ed esplora l'aspetto della bellezza e della mostruosità in modo diretto da entrambi i punti di vista, femminile e maschile.
Nel 2011 il romanzo è diventato un film, scritto e diretto da Daniel Barnz, tuttavia, nonostante i pareri positivi, soprattutto per i due attori protagonisti Vanessa Hudgens e Alex Pettyfer, l'ho trovato lento e banale. Ovviamente ero consapevole di approcciarmi ad un film leggero, ma il poco coinvolgimento e la logica assente hanno reso il film blando, senza carattere, piatto e con dialoghi ridotti all'osso.
Lettura consigliata, il film un po' meno.

Buona lettura ❤️

lunedì 20 aprile 2020

Books Challenge #10. Un libro preferito della tua migliore amica: "Countdown. Conto alla rovescia" - Michelle Rowen


Arrivati a questa categoria bisogna fare assolutamente una premessa: la mia migliore amica è una lettrice accanita, una seriale su serie tv e film, nonché la mia consigliera e la mia libreria umana. Si potrebbe paragonare allo scaffale preferito: quello scaffale in cui cerchi di far stare i tuoi libri preferiti, quelli che hai amato e adorato, quelli che ti hanno tolto il sonno e ti hanno fatto piangere, i migliori. Essendo entrambe lettrici ossessive i libri preferiti sono molti, sia per me che per lei, tanto è che "Countdown" era il suo libro preferito nei mesi in cui portavo avanti la Challenge (piccola parentesi: l'idea della partecipazione alla Books Challenge è stata sua, mi ricordo ancora la sua frase a Capodanno: " Ehi dobbiamo iniziare una Challenge Books il prossimo anno, cioè domani!").
 Il romanzo è un libro breve, da leggere tutto d'un fiato, richiama molto "Hunger Games" di Suzanne Collins, ma ha molta più suspense.
Il romanzo racconta di un sadico gioco di sopravvivenza clandestino, che gente malata e senza scrupoli paga per vedere, grazie a un microchip impiantato nella testa. Solo quelli che vengono definiti "Abbonati" possono assistere a questo gioco e i partecipanti sono criminali, assassini, gente prelevata dalle peggiori prigioni e sottoposta a prove ad alto rischio.
L'ambiente è immaginario, è un mondo in cui le malattie e l'inquinamento hanno decimato la popolazione mondiale, anche se ad osservare il nostri giorni non sembra poi un mondo tanto inventato. La trama si avvicina anche a "Maze Runner", seppur sia uscito prima sia della trilogia della Collins sia della saga di James Dashner. La nostra protagonista, Kira Jordan, è sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia, in quella che è chiamata "La Grande Epidemia", grazie alle sue limitate abilità Psi. E' determinata, scontrosa, una sopravvissuta solitaria con tante cicatrici, tuttavia il panico è inevitabile quando si ritrova in una stanza vuota, ammanettata, insieme a Rogan Ellis, un totale sconosciuto. Entrambi dovranno affrontare questo sanguinoso reality show illegale, in cui la loro unica possibilità di libertà sarà quella di superare tutti i livelli di questo gioco perverso, seguendo l'istinto. Collaborare o giocare in solitaria?.
Kira e Rogan sono adolescenti, semplici, ma il tira e molla, il “fidarsi o non fidarsi”  renderà la trama più imprevedibile  e piena di numerosi colpi di scena: il conto alla rovescia che costantemente appare a ogni prova è incalzante e la scrittura veloce trasporta il lettore in una sfida continua senza fiato.
Purtroppo non posseggo la copia fisica, ma ho dovuto ripiegare sulla lettura in ebook (essendo di vecchio stampo e una collezionista di libri capirete il mio disagio).
Lettura consigliata.

Buona lettura ❤️






Books Challenge #13. Un libro con una parola sola nel titolo:"Reflections" - Kasie West


Per chi ama le realtà alternative e gli infiniti mondi paralleli "Reflections" è un libro che non può assolutamente mancare sul comodino.
Tutti quei "se" che rappresentano i rimpianti per la maggior parte delle persone, per la protagonista, Addie, non sono che l'incentivo per esplorare scelte diverse e per compiere, alla fine, quella giusta. Ma esiste una scelta giusta?.
In un mondo alternativo, come il nostro, ma popolato di persone con poteri, Addie possiede il potere di vedere il futuro: ogni volta che si trova ad affrontare una scelta, può percepire esattamente quello che accadrà. Così, quando i suoi genitori divorziano, Addie prova a indagare il futuro, indecisa se scegliere di restare con la madre e con il ragazzo più popolare della scuola, oppure seguire il padre in un'altra città e conoscere così nuove persone.
L'autrice abilmente crea un mondo paranormale in cui ragazzi con poteri sono quotidiani: leggere il futuro, cancellare la memoria, persuasione, telecinesi e via dicendo. Gli abitanti sono divisi dal Perimetro: i Normali sono persone comuni senza poteri divisi dagli Speciali che vivono nel Perimetro. Il Perimetro, a sua volta, è costruito come se fosse una piccola città sviluppata, con ogni tecnologia a disposizione e una vita migliore e avanzata rispetto a quella "Normale".
La lettura è piacevole, semplice e fresca, la West alterna momenti di tensione e battute in modo arguto e porta avanti i capitoli alternando le due possibili strade che la protagonista potrebbe prendere, in quella che viene definita "Indagine".
Un altro punto di forza del romanzo è sicuramente la descrizione dei poteri, a volte non totalmente spiegati, tanto da lasciare possibilità ad un seguito. Effettivamente "Reflections"("Pivot point #1") fa parte di una duologia, il secondo libro si intitola "Second split" con data inedita in Italia. Sono sempre stata tentata di leggere il seguito in lingua originale, ma mi sono sempre trattenuta poiché, a mio avviso, libri del genere, vanno goduti appieno e capiti nelle loro sfaccettature. 
Un giorno mi deciderò, forse.
Lettura consigliatissima.

Buona lettura ❤️



sabato 18 aprile 2020

Books Challenge #22. Un libro scritto da una scrittrice: "The 100" - Kass Morgan


Consegna particolarmente semplice all'apparenza questa numero ventidue della Challenge che, però, ho valutato con cura quando ho scelto all'epoca il libro.
Primo libro, a cui ne seguono tre, "The 100" si presenta come un libro molto intrigante e scorrevole. La trama è anche avvincente: in seguito ad una devastante guerra atomica, gli uomini sopravvissuti si sono imbarcati e hanno vissuto su tre navi spaziali, così come i loro discendenti. Tuttavia in un momento di crisi 100 ragazzi, considerati delinquenti dal regime del Cancelliere, vengono spediti in ricognizione sulla Terra per scoprire se sia di nuovo vivibile. L'ambiente che troveranno sarà caotico e inospitale, la sopravvivenza difficile e improbabile.
Il libro si concentra solamente sui primi venti giorni della loro sopravvivenza, narrati tra quattro punti di vista diversi, giorni in cui la natura magnifica e selvaggia predomina e si intreccia ai segreti che si annidano nel loro passato tormentato. Ma non sono per niente eroi, sono ragazzi, l'ultima speranza del genere umano.
Sono rimasta piacevolmente colpita dall'abilità della scrittrice di concentrare in così tante pagine così pochi giorni, descritti brillantemente: i nuovi abitanti riscoprono la bellezza del pianeta andato distrutto e si stupiscono di piccole cose come il colore del cielo, l'odore della terra, il sapore dell'acqua e il volo delle farfalle. Sono tutte banalità, per noi sono la normalità, ma provando ad immaginare la prospettiva di chi da secoli vive tra lamine fredde di metallo, respirando aria artificiale, con nulla intorno se non il vuoto, queste rappresentano la nuova vita, una nuova possibilità di riscatto.
"The 100" si è poi evoluto in una tetralogia fantascientifica e distopica, da cui, nel 2013, è stata liberamente tratta e rilasciata l'omonima serie TV.
Ammettendo anche di essere una maniaca di serie televisive e di film, non ho potuto non seguirla.
Credo che questo sia l'unico caso in cui posso affermare che, dal mio punto di vista, la serie TV è di gran lunga migliore dei libri: dinamica, aggressiva, avvincente e con un background molto più deciso e incalzante. I personaggi sono di un certo spessore e caratterizzati in modo attento. Ammetto anche che, nel corso di sei stagioni, qualche parte mi lasci perplessa e qualche scelta da parte degli autori sia stata discutibile, tuttavia trovo la realizzazione della serie formidabile per chi ama il genere.
Lettura consigliata, consigliatissima la serie.

Buona lettura ❤️