venerdì 11 agosto 2023

Recensione: "Sangue e Cenere"- Jennifer Armentrout

 Buonasera lettori! ❤📚

Stasera vi porto un'altra recensione, su una saga, o meglio il primo libro della stessa, che volevo leggere da un po', ma sicuramente la conoscete già, come anche la storia e tutto il seguito, e forse anche l'autrice, famosa anche per altri libri.

"Sangue e Cenere", primo romanzo della serie fantasy "Blood and Ash", è stata una lettura davvero affascinante e magnetica che ha creato in me curiosità e interesse, anche se ci ha messo molto ad avviarsi. Le prime 400 pagine circa sono state per me molto ridondanti e mi sono sentita molto confusa. Da una parte ho apprezzato la parte romance, non essendo pretenziosa, ma la parte logica e della coerenza narrativa sono venute meno. Ho riscontrato così tante problematiche da aver soffocato buona parte del piacere della lettura.❤📚


E' il primo romanzo della serie high fantasy “Blood and Ash”, composta da sei romanzi. La narrazione è in prima persona dal punto di vista della protagonista femminile Poppy. Poppy è una giovane ragazza di 18 anni, ed è la Vergine, la Prescelta dagli Dei. Indossa costantemente un velo per coprire il suo viso e solo poche persone hanno potuto scorgere il suo vero volto. E' costretta, pertanto, ad una vita ritirata e solitaria, ma è coraggiosa e vuole essere libera.
❤📚


Hawke è una guardia reale, e dopo una tragedia, diventa la nuova guardia del corpo di Poppy. È affascinante, forte e spietato. La storia che si crea tra i due personaggi principali è sempre un crescere, si assiste alla scoperta di varie rivelazioni che riguardano sia Poppy sia Hawke, soprattutto legate al mondo in cui vivono. Sono del parere, però, che quando si sceglie un’ambientazione particolare o un tipo definito di background, il libro stesso debba essere modellato su questo, così come ogni movimento deve risultare fluido e coerente nel mondo costruito attorno ai personaggi. In un’ambientazione simil-medievale non mi sarei aspettata un linguaggio moderno, ma arcaico e con un lessico diverso dai giorni nostri: Hawke in particolare mi ha dato sin da subito l’idea di un protagonista tipico dei romance contemporanei, con un approccio confidenziale e sboccato (non mi sono scandalizzata per le scene spicy, non mi danno fastidio) verso Poppy, quasi come fosse un bad boy dei nostri tempi. 
❤📚



Poppy, invece, per me è stata descritta nel fisico e nei comportamenti coerentemente con l'ambientazione, tranne verso i confronti di Hawke, verso cui, soprattutto nelle ultime pagine, ha dimostrato un'incoerenza tale da farmi venire il mal di testa, perché ha cambiato opinione su di lui ogni 3 righe e penso che ancora non sia convinta.

I personaggi sono nel complesso un po' stereotipati, però la trama e il worldbuilding sono realistici, fitti di mistero e convincenti, la verità che viene fuori alla fine invoglia a continuare e a scoprire cosa sia successo prima. Vedremo come continuerà...vi aggiorno!

Consigliato.

Buona lettura! ❤📚


Recensione: "Sotto la porta dei sussurri"- T.J. Klune

 Buonasera lettori!❤📚

Stasera vi parlo di un libro che mi ha quasi mandato in blocco...Ebbene sì! Sono stata spinta a leggere "Sotto la porta dei sussurri" dopo aver letto "La casa sul mare celeste", romanzo che ho apprezzato particolarmente per inventiva e per sviluppo dei personaggi, quindi andavo sul sicuro, anche perché la storia ha del potenziale.❤❤

Il nostro protagonista, un triste e autoritario avvocato, è Wallace. Quando un mietitore va a prenderlo al suo stesso funerale, Wallace comincia a sospettare di essere morto. E quando Hugo, il proprietario di una singolare sala da tè, si offre di aiutarlo ad "attraversare", Wallace capisce che, sì, deve proprio essere morto. Ma Wallace non si rassegna ad abbandonare una vita che sente di avere a malapena attraversato ed è deciso a vivere fino in fondo anche un piccolo scampolo, anche una breve parentesi di esistenza che, se vissuta pienamente, può farsi intera.❤📚📚

I personaggi sono ben caratterizzati ma evolvono senza un motivo particolare, la scrittura è semplice e scorrevole, inoltre il messaggio che traspare dal romanzo, come in ogni romanzo di Klune, è toccante: la vita è come una clessidra, non si può sapere quanto tempo resta da vivere e ogni granello è importante e va valorizzato al massimo. E Wallace questo lo comprende, tardi, ma lo capisce: affannarsi in un lavoro tiranno a discapito di relazioni umane, amicizie e sentimenti conduce a un'esistenza sterile e vuota.❤📚

"«Viene dalla terra» bisbigliò Hugo. «L’energia. La vita. La morte. Tutto quanto. Sorgiamo e cadiamo, e poi sorgiamo di nuovo. Percorriamo cammini diversi, ma la morte non fa discriminazioni. Arriva per tutti. È cosa riusciamo a farci che ci distingue dagli altri."

Tuttavia, a mio parere, la storia non si muove molto dai primi capitoli, ma rimane sempre in stallo. I dialoghi sono ripetitivi e a volte anche un po' insulsi, il finale un po' scontato e banale, quasi un contentino per il lettore. Non sono purtroppo riuscita a creare un legame con i personaggi. Il protagonista subisce una trasformazione troppo immediata e la storia procede con continue ripetizioni di idee e descrizioni e con luoghi comuni sulla morte e sui rimpianti.❤📚



A mio avviso, l'autore non fa che ripercorrere le stesse identiche dinamiche del primo libro. È davvero la stessa identica storia, ma né i personaggi né gli episodi che la compongono sono all'altezza di quelli del primo romanzo. Purtroppo ho trovato la maggior parte degli avvenimenti demenziale con dialoghi stucchevoli e banali. Per me è un no❤📚

Buona lettura 



martedì 8 agosto 2023

Recensione: "L'isola di Arturo"- Elsa Morante

Buonasera a tutti lettori!

Sono andata un po' a rilento con le letture, non dico in blocco però un libro mi ci stava portando 😔 però eccomi qui con un'altra recensione su un libro scelto per il gruppo di lettura. 

Premessa: non lo avrei mai iniziato se non fosse stato per il gruppo di lettura e me ne sarei pentita perché il libro mi è piaciuto veramente tanto.📚📚

Il racconto prende l’avvio sull’isola di Procida nel 1938, dove Arturo trascorre la sua infanzia. La madre muore dandolo alla luce e così Arturo passa i suoi primi anni nella "Casa dei guaglioni", leggendo le avventure dei grandi condottieri del passato in compagnia dell’amico Silvestro, poco più grande di lui e che se n’era preso cura allevandolo con latte di capra, e della sua cagnetta ImmacolatellaSuo padre, Wilhelm Gerace, è sempre assente. Arturo lo immagina come un grande avventuriero, costantemente in viaggio e in procinto di incominciare nuove e grandiose imprese, e lo considera come uno di quei condottieri di cui legge le avventure. Ma è proprio l’arrivo di Wilhelm a rompere questa situazione iniziale quasi idilliaca. Il padre torna a Procida, portando con sé la giovanissima Nunziatella, sedicenne e coetanea di Arturo, con cui s’era da poco risposato. Istintivamente il giovane prova una forte avversione nei confronti della ragazza, causata dal timore ch’essa possa sostituire la defunta madre e dalla gelosia per l’amore che c’è tra i due; in realtà la ragazza gli provoca sentimenti contrastanti che non sa ancora esprimere. 📚📚

L’isola, all’inizio, è il suo posto nel mondo, gli basta, lo rende felice. Ciò che accade all’infuori di essa è soltanto una leggenda che non gli sembra la pena scoprire. Lungo gli anni scopre la natura ingannevole delle cose, le dinamiche che hanno sporcato la sua infanzia, le bugie in cui è cascato. Conosce l’altro volto della medaglia della sua vita e della sua isola e scopre che tutto ciò non gli basta più: ha bisogno di altro. Procida è una bolla di vetro, la metafora dell’ingenuità. Quando la perde, decide di affrontare il mare aperto dell’esistenza e di scoprire nuove terre spietate quanto vere. 📚📚

"Io non chiederei d’essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei d’essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua"

Il romanzo è un'esplorazione attenta della prima realtà verso le sorgenti non inquinate della vita. L'isola nativa rappresenta una felice reclusione originaria e, insieme, la tentazione delle terre ignote. L'isola, dunque, è il punto di una scelta e a tale scelta finale, attraverso le varie prove necessarie, si prepara qui, nella sua isola, l'eroe ragazzo-Arturo. È una scelta rischiosa perché non si dà uscita dall'isola senza la traversata del mare materno; come dire il passaggio dalla preistoria infantile verso la storia e la coscienza. E' difficile non entrare in sintonia con i protagonisti e lasciarsi coinvolgere nel flusso di una narrazione quasi mitologica, talvolta fiabesca, ma sempre realistica. Elsa Morante è brava nel descrivere i luoghi e i tratti psicologici dei personaggi, accompagnando il lettore in un’altra dimensione, ancora oggi vivida.



La Procida di Elsa Morante è unica: piena di colori, rocce, acqua cristallina e di gente che lavora, fatica, tira a campare. L'isola è una perla, è dura e calda, e l'identità di Arturo cresce e muta insieme all'isola e al rapporto con il padre, una figura mitizzata, che quando si rivela, perde di credibilità, come quando si incontra per davvero il proprio idolo e questo perde di fascino ai nostri occhi.

Buona lettura 📚📚

Il ritorno di Wilhelm con la sua giovane moglie