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sabato 25 marzo 2023

Recensione: "Twizel: l'altra parte"- Francesca Caldiani


Ritorniamo un po' al mio genere con questo libro che fa parte di una duologia.💗💖

 Twizel è una cittadina tranquilla e abbastanza abitudinaria della Nuova Zelanda, un luogo affascinante e suggestivo dove si avverte molto intensamente il rapporto con la natura, fatta di splendidi laghi, foreste, vette innevate e zone selvagge. La cittadina e la sua vita ruotano intorno alle centrali idroelettriche, ma la realtà è ben lontana da ciò che i protagonisti conoscono e vedono. Infatti la prima Twizel che ci viene proposta nelle prime pagine è una città sbiadita, un riflesso opaco in cui ogni mistero e ogni stranezza sembrano essere collegati con il lago Pukaki, uno specchio d'acqua bellissimo, unico, profondo. Ed è qui che i nostri tre protagonisti iniziano un viaggio verso la verità che li porterà oltre, in un modo ricco di avventura e intrighi.❤




Tutti si conoscono sin dalla nascita. Per Carly Brooks, sedici anni, il villaggio rappresenta l’inferno in cui è costretta a vivere, vittima del bullismo dei compagni. Eppure ha un segreto: la sua migliore amica è stata Lauren Brydon, ragazza molto popolare morta misteriosamente due anni prima in un incidente sul lago Pukaki. Da allora Carly progetta di risolvere il mistero, ma per farlo è costretta a coinvolgere il fratello gemello di Lauren, Bentley, e Oliver Riley, da sempre suo carnefice. La ricerca della verità porta i tre ragazzi sulle sponde del lago, dove tutto è cominciato, che farà loro scoprire che dietro a quelle acque cristalline è nascosta un’altra dimensione, un’altra Twizel. ❤

Scopriranno inoltre che la loro vita non è quella che ricordano, che la loro memoria è stata in realtà inculcata da qualcun altro e che ci sono più segreti di quanti ne avrebbero mai immaginati. In pochi capitoli infatti ci ritroviamo in un'altra città, oltre il lago, dall'altra parte fatta di ricordi e della memoria genetica di corpi in fondo al lago. Un mistero della scienza, una storia che diventa fantascientifica.❤❤



Twizel è un mondo da scoprire attraverso i ricordi, nulla è reale e il presente è stato modificato da essere una ragnatela di bugie. L’incredibile di quel mondo al di là del lago, è tutta una scoperta sia per il lettore che per i protagonisti, un luogo dove diffidare di chiunque, che sembra promettere una vita eterna intrisa di meraviglie, ma che fin da subito si rivela essere una realtà oscura ed enigmatica, difficile da comprendere e da districare. 

Il libro è un rompi-capo eccezionale, relativamente breve ma un viaggio spettacolare


Buona Lettura📖📙


Recensione: "Scrivimi ancora"- Cecelia Ahern

 Buongiorno Lettori!📕📖📚


Non è da me scegliere romanzi di questo tipo ma la storia è particolare e mi ha conquistata! Where Rainbows End, titolo originale,  è il secondo romanzo della scrittrice irlandese Cecelia Ahern, pubblicato nel 2004. L'intero romanzo è scritto in una struttura epistolare ed è una storia raccontata attraverso lettere, e-mail e messaggistica istantanea, sul rapporto tra i due protagonisti ed è in continua evoluzione tra i due personaggi principali Rosie Dunne e Alex Stewart. Rosie e Alex sono amici intimi fin dall'infanzia, si conoscono sui banchi di scuola di Dublino e iniziano a scriversi messaggi sui biglietti di carta. 💗

A poco a poco diventano inseparabili, fino a quando quelle lettere e quei messaggi tradiscono un sentimento nuovo, che li confonde e li appassiona, con le tipiche contraddizioni di quell'età. Un giorno vengono improvvisamente separati quando Alex e la sua famiglia si trasferiscono da Dublino a Boston. Il libro ci guida attraverso la loro relazione mentre continua a cambiare a causa della distanza, delle nuove relazioni e delle circostanze che sembrano determinate a tenerli separati.📚


In parte potrebbe essere definito come una sorta di "romanzo epistolare" moderno appunto perché le vicende dei due protagonisti vengono raccontate tramite bigliettini, lettere e soprattutto mail e chat, ma è proprio questo in fin dei conti che lo rende speciale e unico.💗

"Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare. Come se la gente intorno a noi fosse scomparsa. Tutto dimenticato. Era come se nel mondo intero quei pochi minuti fossero stati creati soltanto per noi, e noi non potessimo fare altro che guardarci l’un l’altra. Era come se lui vedesse il mio volto per la prima volta.“

Nonostante tutte le sfortune rendano la storia un po' inverosimile si finisce con sentire i sentimenti dei protagonisti, con l'immedesimarsi nelle loro vicende e si finisce con il tifare per loro. Inoltre non è un libro estremamente tragico, anzi la storia è commovente ma piacevole, alcune volte lascia il sorriso sul volto. Insomma è un romanzo delicato e indimenticabile, che ad ogni pagina commuove e fa sorridere. Una storia sugli scherzi del destino e sulla storia del vero amore.  Questa storia insegna che le anime gemelle prima o poi si ritrovano, non importa quali straordinari eventi, quante persone, o quali oceani ci siano a separarle. L'amore vero esiste e a volte si è talmente ciechi da accorgersi troppo tardi di averlo sempre avuto accanto.

mercoledì 3 giugno 2020

Recensione: "Isola di Neve"- Valentina D'Urbano

L'ultimo romanzo di Valentina D'Urbano che intendo recensire, prima di riprendere con la Challenge Books, è "Isola di Neve".
Il romanzo è una storia di amore e di musica che, come un nota musicale, risuona lungo due generazioni.
Ci ritroviamo a seguire due narrazioni inevitabilmente intrecciate.
La prima è ambientata nei primi anni '50, siamo sull'isola di Novembre e la vita per tutti è aspra e miserabile, per Neve ancora di più.
Neve, così  è come la chiamano tutti sull'isola, è figlia di un padre violento e ubriacone. La sua famiglia, di sette figlie femmine, dipende da Neve che, tra botte e fame, la sfama come riesce. Lei è l'unica in grado di provvedere a tutti e neanche a diciott'anni esce in mare a faticare come tutti gli altri uomini. Ma Neve è piccola e forte, agile e selvatica, ma soprattutto diversa dagli altri isolani: i capelli biondi e i tratti nordici la rendono diversa e bellissima.
Tutto cambia quando nel carcere dell'Isola di Santa Brigida viene trasferito uno straniero con il suo violino e viene rinchiuso in una cella che si affaccia su una piccola spiaggia su cui è proibito attraccare. 
Lì Neve sbarca apposta, spinta da una curiosità divorante, e trova Andreas, un musicista di Dresda, completamente diverso da come lo  aveva immaginato.
Sullo sfondo di questa isola feroce e dura, il loro incontro sarà indimenticabile, un nodo nel destino imprevedibile. 
Di contro, la seconda narrazione ha come protagonista Manuel: ventotto anni e una vita quasi finita per un errore imperdonabile. L'unico suo rifugio sarà Novembre, un'isola sperduta nel Mar Tirreno, insieme alla sua gemella Santa Brigida, l'isola del vecchio carcere abbandonato.
E' il posto perfetto per stare da soli e in tranquillità, se non fosse per Edith, una giovane tedesca con i dreadlook e i piercing sul viso e il suo dannato violino. Ma Edith è soprattutto una ragazza ossessionata da una storia: vuole sapere che fine ha fatto un famoso musicista tedesco di cui da cinquant'anni si sono perse le tracce.
La travolgente capacità di Valentina di caratterizzare i personaggi si unisce all'abilità di intrecciare passato e presente in un libro che sottolinea la potenza emotiva dei ricordi. 
La scrittrice ci invita a esaltare il valore stesso dei ricordi e a cercare se stessi attraverso il dolore e l'amore, come se fossero due lati della stessa medaglia.
Sicuramente l'ambientazione si allontana dalle classiche periferie raccontate dalla D'Urbano nei precedenti romanzi, anzi si potrebbe avere la sensazione che l'isola e la sua feroce bellezza siano un modo per evadere dal degrado, ma in realtà la scrittrice racconta l'asprezza di un piccolo borgo perso tra gli scogli, dove dolore e passione sono sempre gli stessi.
Un romanzo che fino all'ultima pagina non rivela se stesso, emozionando il lettore in una doppia storia verso cui si prova a cercare un unico lieto fine.
Di solito dormo.
Ma sento i tuoi passi quando arrivi.
Sento il modo in cui smuovi le onde e la sabbia.
Allora capisco che sei arrivata e mi sveglio.



Lettura consigliatissima
Buona lettura ❤️


martedì 19 maggio 2020

Recensione: "Il rumore dei tuoi passi"- Valentina D'Urbano

Cari lettori❤

ho scelto di uscire un attimo dalle recensioni della Challenge per continuare con i libri di questa fantastica scrittrice.
"Il rumore dei tuoi passi" è in realtà il romanzo d'esordio di Valentina, pubblicato nel 2012, un scritto rabbioso e meraviglioso in cui vengono plasmati due dei personaggi che ho amato di più tra i suoi.
Siamo alla Fortezza, lo stesso posto polveroso e degradato in cui è stato ambientato "Quella vita che ci manca", e in un passo del romanzo viene addirittura citata Beatrice.
Beatrice è la gemella di Alfredo, Alfredo il gemello di Beatrice, almeno così sono chiamati dalla gente del posto. In realtà in comune non hanno nulla se non un'amicizia ruvida e affilata come il vetro, nata da quando erano bambini e sopravvissuta al buco nero che a volte la vita diventa.
Perché alla Fortezza il degrado, lo spaccio, l'illegalità e la paura sono il pane quotidiano delle persone, e negli anni '80 in quel quartiere si sopravvive e basta. Beatrice vive in una casa piccola, stretta, dorme con il fratello, vive insieme all'amore dei suoi genitori. Alfredo, al contrario, vive nell'odio dell'appartamento di sopra, insieme ai due fratelli e al padre alcolista.
Grazie alle sfuriate del padre Beatrice e Alfredo si conosceranno, diventeranno amici, amanti, si consumeranno in un amore/odio selvaggio e graffiante, la possessione si mescolerà come polvere da sparo.
La storia spacca il cuore da dentro, lascia il lettore senza fiato, nella speranza di avere pagine positive, ma neanche la fine la Fortezza perdona. Si diventa la Fortezza. La speranza ha abbandonato quel quartiere da molto e non entra mai nella vita di Beatrice e Alfredo, che hanno solo quell'amore traballante e crudele, quel pezzo di vita sporca. 
La scrittura, bellissima e cruda, catapulta chi legge in una realtà vera e quotidiana, i personaggi hanno una forte caratterizzazione e accompagnano il lettore in un percorso di dolore e crescita. 
Alla fine non avrete più niente, alla fine rimarranno molte perplessità e nodi in gola.
Ritornerò a parlare di questo stupendo romanzo con il POV, cioè il punto di vista di "Alfredo", in cui quei nodi alla gola diventeranno lacrime e pentimento.
Come sempre la D'Urbano orchestra la storia magnificamente, senza mai una pagina di noia.
 Io non avevo mai odiato nessuno come odiavo lui in quel momento. E non avevo mai amato nessuno come sentivo di amare lui in 
quell'istante
Lettura consigliata davvero tanto.
Buona lettura  ❤️


Books Challenge #18.Un libro che ho scelto ad occhi chiusi dalla tua libreria: "Quella vita che ci manca" - Valentina D'Urbano

Cari lettori,
non credo di aver avuto feedback rispetto alle mie attuali recensioni, ma comunque mi scuso lo stesso con il mio pubblico, immaginario o no, per la mia assenza. A volte dovrei/vorrei avere il dono dell'ubiquità.
Continuo a proporre le mie recensioni rivisitate sui libri letti durante la Challenge Books di qualche anno fa. Ho iniziato con questo progetto proprio appena aperto il blog, anzi è stato proprio l'atto di recuperare quelle recensioni che finalmente mi ha fornito la spinta finale che mi serviva per aprire Ircania's World. Continuo il percorso con lei: Valentina D'Urbano.
Valentina si è presentata con i suoi romanzi ben tre volte nella Challenge, ma dopo aver pubblicato e rivisitato con il cuore in gola "Non aspettare la notte", ho deciso che prima di continuare con le recensioni della Challenge Books farò una breve regressione su questa bellissima scrittrice. Ogni volta Valentina lascia nel lettore pensieri forti e il cuore spaccato, per questo avevo scelto lei ad occhi chiusi dalla mia libreria. Ho scelto una storia intensa, unica come i suoi protagonisti, alla continua ricerca di un pezzo mancante che non si incollerà mai. La Fortezza non perdona mai.
Il nostro protagonista, Valentino, pensa che una vita diversa sia possibile, suo papà glielo ha trasmesso.  Ma lui, il minore dei quattro fratelli Smeraldo, sa anche che l'amore verso la famiglia va preservato, anche se è feroce, anche se quella famiglia è nata da padri diversi:
Anna, a trent'anni alla vita proprio non sa cosa chiedere, Vadim si è fermato a dodici anni, nonostante il corpo ne abbia venti, e Alan, il maggiore, emana solo rabbia.
E poi c'è Delia, che non è della Fortezza ed è bellissima, ma Valentino è turbato, non può scegliere lei perché significherebbe rivelare il suo segreto e tradire la famiglia, tradire Alan, significherebbe non essere più perdonati.
"Quella vita che ci manca" è un romanzo sull'amore tra fratelli, sul legame spietato e intenso, che sbatte contro l'amore tra un ragazzo e una ragazza.
Sei bella. Sei rimasta come ti ricordavo. Non mi importa di come ti vedono gli altri, di quello che dicono. Tu per me sei puro istinto, sopravvivenza. Tu sei il pezzo di vita che mi manca.

La D'Urbano è una maestra nella scrittura di storie vere, quotidiane, normali e profondamente umane. Nelle sue storie si ritrova spesso gran parte della vasta gamma delle emozioni e delle sensazioni della vita. Odio, impotenza, amore, rifiuto, dipendenza, vergogna, perdono, dolore, tristezza, rabbia sono le radici dei suoi libri . I suoi romanzi hanno vinto numerosi premi letterari come il Premio Stresa, il Premio Rapallo Carige e il Premio Città di Penne ed è stata riconosciuta come un vero caso letterario. Il suo romanzo d'esordio, "Il rumore dei tuoi passi", è stato pubblicato anche in Francia e Germania, ed è stato la mia scintilla con la scrittrice.

Lettura consigliatissima.
Buona lettura ❤️



Books Challenge #18.Un libro che non vedete l'ora di leggere: "Acquanera" - Valentina D'Urbano


Anche all'epoca della Challenge Books avevo continuato la strada dei romanzi della D'Urbano e anche con questo romanzo la scrittrice mi ha lasciata con gli occhi lucidi e il cuore pieno di tagli.
"Acquanera" è un mistero, lungo tre generazioni, in cui tre donne sono legate da un segreto sospeso tra luce e buio. 
A Roccachiara, un paesino del nord Italia dove ha sempre fatto molto freddo e dove la gente ha sempre parlato troppo, Fortuna ci torna da grande. E Onda, la madre di Fortuna, lo sa. Sapeva che sua figlia sarebbe tornata, l’ha sognato la notte prima. Fortuna è tornata in paese per un solo motivo, sapere se il corpo rinvenuto nel bosco poco tempo prima appartenga o meno a Luce Ranieri, la sua unica amica di infanzia, scomparsa anni prima e mai ritrovata. Fortuna cerca di ricordare il passato e, per ricostruirlo chiaramente, ha bisogno di indagare sull'arrivo a Roccachiara di sua nonna Elsa, un giovane bambinaia presso una ricca famiglia del paese. Ma Elsa non ha avuto una vita tranquilla e serena, perché sogna l’acqua del lago, le persone. Sogni confusi e poco chiari, sogni che sono presagi di tragedie.  Costretta a lasciare il lavoro per la cattiva reputazione che le si avvolge attorno, l’unica disposta ad ospitarla è la vecchia Clara Castello, anche lei con delle doti particolari. Clara è pratica di erbe e di pozioni, di fantasmi, anche lei è malvista e sulla bocca di tutti. 
Attraverso queste tre donne la scrittrice racconta la ricerca costante sulle origini, carica il loro rapporto con la necessità di venire a patti con la propria natura e incessantemente esplora la quotidianità della famiglia, che non sempre si chiama amore. 
I segreti che le donne custodiscono nei loro cuori si intrecciano inevitabilmente con la presenza scura, dominante e morbosa del lago, rappresentato come un elemento soprannaturale ma tangibile e reale. 
Le torbide acque ospitano misteri, ospitano artigli e tragedie.
La scrittura, come sempre scorrevole e piacevole, rende il romanzo teso come tendini, sempre sul punto della rivelazione, portando il lettore ad un momento di catarsi incredibile.
Quello che infine emerge come uno schiaffo in faccia e che fa venir voglia di urlare è il rapporto tra Fortuna e Onda, un rapporto meschino e privante di ogni cosa bella, che si incastona in questo sfondo di magia, superstizione, sogni premonitori, sensazioni cupe e surreali. Perché il lago sente tutto.
Le persone sbandierano il loro amore,te lo sbattono in faccia con arroganza.
Amare qualcuno e avere qualcuno che ti ama ti rende migliore.
Ma io penso che sia amore rappreso.
E'bigiotteria,non vale niente.
E'lucente in superficie ma dentro è nero,rugginoso:si inceppa e non funziona.
L'amore,quello vero,è quello che la gente nasconde.
Quello che rende fragili e cattivi.
Quello che rende meschini.
Quello che rende avidi,disposti a tutto.
L'amore è scuro,vischioso.
E'il sangue che si addensa e chiude i contorni di una cicatrice.
E'muffa che ti vive addosso mentre tu sei morto.
Quello che non vorresti far vedere a nessuno.
L'amore che ti vergogni di provare.

Lettura consigliatissima.
Buona lettura ❤️






giovedì 30 aprile 2020

Books Challenge #17. Un libro con un numero nel titolo: "The 100: Rebellion" - Kass Morgan

Quarto libro della saga di "The 100", nuova fatica per Kass Morgan, o almeno così era quando l'ho scelto, poiché era appena approdato nelle librerie, "Rebellion" si presenta rapido e con un unico significato: sopravvivere.
Avevo precedentemente presentato la recensione di "The 100", il primo libro, quindi vi rimando prima a quella se non volete troppi spoiler. 
Per chi, comunque, non sapesse proprio di cosa stiamo parlando, "The 100" è una tetralogia fantascientifica e distopica della scrittrice statunitense Kass Morgan. Ambientata in un futuro post-apocalittico in cui la Terra è stata distrutta da una guerra nucleare, la tetralogia narra la lotta dell'umanità per ricostruire un nuovo mondo. 
E' passato circa un mese dallo sbarco delle navette che contenevano i 100 ragazzi e anche da quelle che hanno portato i coloni sulla terra. I ragazzi, i delinquenti spediti come vittime sacrificali, adesso sono i leader tra la loro gente.
Coloni e Terrestri iniziano a vivere in modo pacifico, cercando di condividere le risorse a disposizione, fino a quando non verranno attaccati da un gruppo sconosciuto che non avrà pietà.
Vengono uccise molte persone, altre fatte prigioniere, tra cui Wells, Octavia e Glass, e le provviste saccheggiate, tant'è che Bellamy e Clarke partono per mediare con il nuovo gruppo di nemici, al fine di ottenere la loro liberazione. La narrazione, sempre alternata tra i quattro punti di vista dei protagonisti, si fa sempre più incalzante, soprattutto tra Bellamy e Clarke che non riescono a collaborare efficacemente per l'elaborazione di un piano. Nel frattempo i prigionieri vengono sottoposti ad una sorta di lavaggio del cervello dai loro aguzzini, fanatici religiosi con un solo obiettivo: far crescere la loro setta e guarire il pianeta.
Bellamy, Clarke, Glass e Wells cercheranno di riprendersi tutto, ribellandosi per unire la famiglia, perché in una Terra devastata dove c'è la famiglia si trova casa.
Il gusto della  Morgan per il dramma in The 100 è molto coinvolgente, oscuro e affascinante. La scrittrice riesce a combinare perfettamente fantascienza, romanticismo e caratterizzazione dei personaggi con una trama avvincente.
Come per la precedente recensione confermo che la serie supera la tetralogia, sia per intrighi, personaggi e per sviluppi. Ovviamente non ci sarebbe stato l'adattamento televisivo se Kass Morgan non avesse concepito una narrazione così originale e fresca.
Lettura consigliata, consigliatissima la serie.

Buona lettura ❤️

Books Challenge #29. Un libro che è diventato best seller: "Maze Runner: il Codice" - James Dashner

Arrivato dodicesimo nella classifica Bestseller di IBS libri come narrativa straniera e di fantascienza, "Il Codice" ha rappresentato per me in tutto e per tutto la forza di volontà del suo protagonista, Thomas, nel voler svelare le bugie e i tradimenti subiti nella vita e operati dalle persone di cui si fidava di più.
Secondo prequel della saga, "Il Codice" riavvolge il nastro fino ad arrivare ai 5 anni del piccolo Stephen, che fu affidato alla C.A.T.T.I.V.O. dalla madre, in quanto immune al virus dell’"Eruzione", che ha portato il padre alla pazzia e che presto farà lo stesso con la madre. L'organizzazione della C.A.T.T.I.V.O gli darà un nuovo nome, Thomas, e lo sottoporrà quotidianamente per ben 3 anni ad esami medici, test e rompicapi. Anche Teresa è immune, ma Thomas non lo sa, non sa che lei vive a pochi metri da lui, non sa che ancora non si possono incontrare. Ogni sera, raggomitolato sotto le coperte, il nostro protagonista si chiede se ci sono altri bambini rinchiusi con lui in quel centro segreto, non sa a cosa servono tutti quegli aghi e i continui prelievi di sangue e si domanda se un giorno oltre a strappargli via il nome gli porteranno via altri ricordi del suo passato. Thomas non incontrerà mai nessuno di loro, fino a quando una mattina verrà sottoposto ad un intervento (come gli altri ragazzi prima di lui) che consiste nell'impianto di un dispositivo in grado di monitorare in tempo reale la sua “zona della violenza”, il suo cervello.
Diversamente da "La mutazione", in cui veniva spiegata l’origine dell’Eruzione e la sua diffusione sulla Terra, nel suo secondo prequel Dashner sceglie di analizzare meglio Thomas, sceglie l'introspezione psicologica, eseguendo un'indagine profonda ad ampio spettro.
Con questa analisi introspettiva Dashner ci insegna che i ricordi sono quelli che rendono noi stessi tali e che non bisogna mai smettere di correre per farli sopravvivere.
Ho particolarmente apprezzato "Il codice" perché, anche se non aggiunge nulla alla narrazione e non fornisce ulteriori elementi per sedare dubbi residui, si presenta intelligente e congeniale, insidioso e psicologico.
Lettura consigliata.

Buona lettura ❤️


Books Challenge #25. Il quinto libro della mia libreria:"Maze Runner: la Mutazione" - James Dashner

All'epoca della Challenge books la mia libreria era impostata diversamente, seguiva una logica diversa da quella di adesso e, visto l'urgenza di leggere la saga fantascientifica di Dashner, "Maze Runner" si trovava nel primo scaffale, quindi avevo scelto per questa categoria la prima parte del prequel.
Il prequel la "Mutazione" si presenta subito come un libro colmo di adrenalina, con descrizioni realistiche e crude e approfondimenti sulla parte più oscura del lato umano.
Il libro si apre nel momento in cui a Thomas, protagonista degli altri romanzi, viene applicato il "Filtro", che rimuoverà i suoi ricordi subito prima di entrare nella "Scatola", che lo farà arrivare come un "Fagiolino" nella Radura. Da questo punto riavvolgiamo il nastro di 13 anni fino ad arrivare al momento in cui la Terra è stata investita dalle Eruzioni Solari che porteranno alla sua semi-distruzione. I protagonisti sono i due adolescenti Mark e Trina che, nel momento in cui si verificano le Eruzioni, si trovavano nel sub-transito della città di New York. La storia della loro fuga dal cataclisma sarà narrata a pezzi, alternando passato e presente, tramite i sogni di Mark , il quale ricorderà le difficoltà patite per fuggire non solo dalla città che si sta surriscaldando, ma anche dalle persone che lottano per sopravvivere.
L'alternanza tra presente e passato è incalzante, la narrazione incita il lettore ad una lettura forsennata, piena di colpi di scena, con personaggi molto stereotipati. 
Il lettore non ha tregua nel seguire le vicissitudini dei personaggi, tuttavia da mio punto di vista, proprio per questi toni veloci, non è possibile fermarsi per fare il punto della situazione. 
I dettagli forniti sono solo quelli necessari e, per quanto si presenti come un libro originale e inaspettato, fino alla fine, la storia narrata è superficiale e veloce, contiene semplicemente l'origine del progetto dell'organizzazione C.A.T.T.I.V.O. Ma non voglio svelarvi troppo rischiando di fare spoiler.
Ero piena di aspettative quando ho iniziato la lettura, tuttavia non ho ottenuto le risposte che volevo e ho mantenuto dubbi che mi hanno perseguitata.
Lettura abbastanza consigliata.

Buona lettura ❤️

Books Challenge #26. Un libro a mia scelta: "Maze Runner. La rivelazione"- James Dashner

Ho scelto per questa categoria della Challenge Books il terzo libro della trilogia di James Dashner, in parte perché volevo chiudere la trilogia in cui ero in ballo e, in parte, perché ero curiosa del finale ed ero avida di risposte. Lunghi respiri mi hanno condotto verso il finale, sopravvivere è stata anche una sorta di missione personale.
Lo stile da fantascientifico distopico è stato mantenuto abilmente dall'autore, fino alla verità finale.
In questo terzo libro ritroviamo di nuovo Thomas, alle prese con la C.A.T.T.I.V.O., di cui è prigioniero. Nel periodo di detenzione, insieme agli altri Radurai e ad un altro gruppo, chiamato gruppo B, Thomas scopre dal vicedirettore Janson che la cura per l'Eruzione (la malattia mortale che affligge l'umanità) ed il processo per elaborarla non è ancora stato ultimato. Vengono inoltre a sapere che tutti loro hanno la malattia, ma molti sono immuni al virus. Le persone immuni, dette "Muni", sono visti con disprezzo dal mondo esterno. Oltre alla questione della cura, ai Radurai viene offerta la possibilità di ripristinare i propri ricordi, e viene anche rivelato che il dispositivo di controllo nel loro cervello sarà rimosso nel processo. Ciò significa che Thomas, Teresa e Aris non saranno più in grado di comunicare telepaticamente. La maggior parte accetta il procedimento, salvo Thomas, Minho e Newt, che si ribellano e cercano di scappare dal centro della C.A.T.T.I.V.O. 
Thomas sa di non potersi fidare delle menti maligne che ci sono dietro a questo progetto della C.A.T.T.I.V.O, ma siamo sicuri che la C.A.T.T.I.V.O. sia veramente malevola nei confronti dei ragazzi?.
La domanda sorge spontanea poiché i protagonisti si scontrano con un mondo di cui non hanno ricordi, un mondo che li odia e di cui ormai non fanno più parte; un mondo distrutto in cui la moralità è una questione relativa che anche loro dovranno affrontare.
Cattivi e buoni si inter-scambiano, senza definire una linea netta.
I ragazzi sono costretti a crescere in fretta, a prendere decisioni molto importanti, a proteggersi a vicenda. La forza di Thomas, nonostante la paura, sarà sempre maggiore, determinante per restare con quelli che considera i suoi veri amici e per proteggerli a qualunque costo. Teresa ancora una volta sarà piena di sorprese e risvolti inaspettati. La descrizione degli scenari apocalittici e rovinosi proietta nella retina del lettore immagini sempre molto vivide e catastrofiche. Lo stile di James rimane sempre coinvolgente nel disegnare un mondo dettagliato, concreto, vero, portando il lettore a viverci per forza. Ho trovato, tuttavia, la prima parte del libro un po' lenta e monotona, priva di eventi e sviluppi significativi. Il finale è coinciso e coerente con gli sviluppi e gli eventi accaduti, senza tuttavia aggiungere qualcosa di troppo sensazionale alle vicende che hanno coinvolto  i RaduraiLettura consigliata.
Buona lettura ❤️

mercoledì 29 aprile 2020

Books Challenge #28. Un libro scritto da uno scrittore: "Maze Runner. La fuga"- James Dashner

Continuiamo a recensire la saga di James Dashner con il secondo capitolo, in cui ritroviamo i protagonisti alle prese con nuovi scenari apocalittici e fatiscenti, immersi in foreste rase al suolo e nella desolazione più totale, costretti a superare prove sempre più misteriose per un fine più grande di loro. Il labirinto e i viscidi "Dolenti" sono davvero poca cosa se paragonati alla lunga marcia che la malefica organizzazione, denominata "C.A.T.T.I.V.O", ha pianificato per i pochi sopravvissuti. Sopravvissuti, in realtà i Radurai si ritrovano prigionieri e una volta fuggiti si scontrano con la realtà della situazione che li ha costretti lì. Ancora non sembra finita, anzi sembra che fuga dal Labirinto non abbia portato altro che problemi.
La marcia che sono costretti ad intraprendere attraverso la "Zona Bruciata", una vasta e squallida landa inaridita da un sole accecante e sferzata da tempeste di fulmini, testerà ancora una volta la resistenza dei ragazzi che hanno appena scoperto l'esistenza di questa organizzazione. Nel loro viaggio scopriranno che la Zona Bruciata è popolata da esseri umani che l"Eruzione", il temibile morbo che rende folli, ha ridotto a zombi assetati di sangue. Nelle due settimane in cui dovranno percorrere rischiosamente i centocinquanta chilometri che li separano dal porto sicuro, la loro meta, tra cunicoli sotterranei infestati da sfere metalliche affamate di teste umane e creature senza volto dagli artigli letali, i Radurai dovranno dar voce al loro coraggio e al loro istinto di sopravvivenza. Un libro intenso, dedicato alla scoperta di sé e dei limiti oltre al quale è possibile spingere le proprie paure, bisogna ricordare chi si era, sopravvivere a chi si sta diventando e ai tradimenti. In questo scenario di desolazione il viaggio verso il luogo misterioso in cui forse potranno ottenere la cura che salverà loro stessi e il mondo, attraverso le insidie di città fatiscenti e foreste rase al suolo, diventerà per Thomas e gli altri, un percorso di scoperta del proprio mondo interiore, del limite oltre il quale è possibile spingere le proprie paure. Bisogna correre per essere liberi.
Anticipo però che la suspance creata nel primo libro qui si affievolisce e forse questo viaggio verso la verità viene portato troppo per le lunghe. Sicuramente la presenza decisa della  C.A.T.T.I.V.O., che nel primo libro era solo una presenza vaga e lontana, rende il libro fresco e originale poiché li osserva e interviene quando lo ritiene opportuno, ma sempre in modo criptico, facendo sorgere diverse domande nel lettore e nei Radurai.
Lo stile usato è quindi molto coinvolgente e la trama è ricca di colpi di scena, che però vengono smentiti a poche pagine di distanza. La scrittura rende la lettura scorrevole e piacevole, purtroppo non contiene molta caratterizzazione dei personaggi. Quello che rimane è molta incertezza, come nel primo volume, ma stavolta si aggiunge anche la speranza che a tutto ci sia una spiegazione. Una spiegazione completa forse nel terzo libro. Lettura consigliata
Buona lettura ❤️



sabato 25 aprile 2020

Books Challenge #14. Un libro che è diventato un film: "Maze Runner. Il Labirinto"- James Dashner


Cari lettori,
James Dashner e la sua saga sono riusciti a completare ben cinque categorie della Challenge Books, di cui vi sto raccontando le mie impressioni. Si tratta di una serie di romanzi fantascientifici, distopici; il primo libro "Maze Runner – Il Labirinto", è uscito nel 2009 ed è diventato un film nel 2014, "Maze Runner – La fuga", uscito nel 2010, è stato riproposto al cinema nel 2015, in un imbarazzante miscuglio di avvenimenti, presi anche dal terzo capitolo, "Maze Runner – La Rivelazione", pubblicato nel 2011. Il primo prequel, "Maze Runner – La Mutazione", è uscito nel 2014, in contemporanea al film infatti, "Maze Runner – Il Codice", è uscito solamente nel settembre del 2016. Ho cercato di inserire la saga nelle diverse categorie e ci sono riuscita. Partendo dall'incipit della saga "Maze Runner. Il Labirinto" è un libro pieno di adrenalina e una lettura affascinante. Ritrovarsi con Thomas, il protagonista, in un labirinto di pietra e cercare ogni possibile soluzione, oltre a chiedersi perché e chi abbia voluto chiudere circa 50 ragazzini lì dentro, è qualcosa che ti catapulta in un mondo dai risvolti oscuri e stimola soprattutto domande su come nasce una società. Assistiamo infatti ad un'utopia di non violenza ricreata in vitro, all'illusione di un eden menzognero, fondato sulla paura di oltrepassarne i confini e alla sicurezza della famiglia-comunità come punto di arresto dell'evoluzione di una società.
Un certo numero di adolescenti, i "Radurai", vengono lasciati in uno strano posto chiamato Radura. Oltre le mura di questa radura c'è un labirinto con le pareti in continuo movimento, con all'interno  chiuse orribili e mostruose creature, chiamate i "Dolenti": è impossibile uscire da questo posto se non si supera il Labirinto. Ogni mese un nuovo arrivato, soprannominato dai ragazzi già presenti "Fagiolino", si unisce ai Radurai, inviato tramite un ascensore e con tutti i ricordi del passato cancellati (tranne il proprio nome e lingua). L'obiettivo finale che i Radurai  si pongono, che intanto si sono organizzati ed hanno fondato una piccola comunità, è quello di trovare una via d'uscita dal Labirinto: ogni giorno appena la porta del Labirinto si apre, alcuni ragazzi, scelti tra i più veloci e detti apposta"Velocisti", si avventurano al suo interno, cercando di farne una mappa ed elaborare uno schema che possa condurli all'uscita. Quando Thomas (O'Brien) si trova improvvisamente senza memoria e intrappolato in un ascensore, iniziano a succedere cose insolite, soprattutto quando entra nella Radura e viene scelto per avventurarsi nel Labirinto.
Ma perché tutti quei giovani si trovano nella raduna? Chi li ha portati in quel luogo e per quale finalità? Perché sono tutti uomini e in oltre due anni di reclusione nemmeno una ragazza è mai entrata a far parte del gruppo?.
Alcune di queste domande troveranno risposta soprattutto nei sequel, tuttavia alcune basi vengono gettate già in questo libro, che si presenta fin da subito diverso da altre saghe. E' ambientato in un luogo non collocabile, fuori dal mondo ed è privo di triangoli amorosi. Si concentra soprattutto sulla ricerca di una via di fuga, anche se non si conosce la destinazione e a che cosa possa portare una fuga, sul gioco di squadra, sulla rivalità, sull'intelligenza.
La scrittura, con termini originali e divertenti, guida il lettore in modo acuto, rapido e ipnotico fino alla fine. Non dà spazio alle futilità e presenta un colpo di scena dopo l'altro. 
Ottima la trasposizione cinematografica del romanzo. La regia, affidata a Wes Ball, si snoda tra le scelte etiche ed estetiche con mostri mutuati da "Doom", uno spirito da naufraghi come la serie "Lost" e una nuova micro- civiltà di ragazzi come ritroviamo ne "Il Signore delle Mosche", il tutto condito in salsa Young Adult.
Lettura consigliata, come il film.

Buona lettura ❤️

giovedì 23 aprile 2020

Books Challenge #6. Un libro tratto da una storia vera: "Christiane F. La mia seconda vita"- Sonja Vukovic


Arrivata a questa categoria, il libro era già stato scelto nella mia testa. Era già da un po' di tempo che desideravo sapere la fine di quella storia, la storia di Christiane F., quindi l'occasione era più che gradita. 
Leggere di Christiane trent'anni dopo "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" è qualcosa di spietato e crudo. Uno spaccato di realtà cruento.
Se non avete la minima idea di chi sia Christiane F. vuol dire che vi siete persi un libro, a mio parere iconico, rappresentativo di un'intera generazione, la fotografia di un'epoca: "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" è un libro pubblicato nel 1978 dai giornalisti di Stern, K. Hermann e H. Rieck, e dalla protagonista Christiane Vera Felscherinow. Come dissero gli stessi giornalisti "partimmo da una semplice intervista ad una giovanissima ragazza per presto divenire per due mesi i suoi ascoltatori".  
Attraverso una lunga intervista, conosciamo la vita di Christiane, una ragazzina diventata tossicodipendente in giovane età. Il libro si pone come un documentario che riporta direttamente le parole della ragazza e degli altri intervistati senza porre giudizi o commenti. Ma per poter parlare di "Christiane F. La mia seconda vita" bisogna sapere cosa è "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino". Ecco perché prima di questo articolo troverete la mia recensione sul "documento-verità".
Ritornando alla seconda parte della sua vita ritroviamo Christiane, con 52 primavere alle spalle e 20 anni vissuti a Berlino e con una consapevolezza: non se lo aspettava neanche lei. Dopo una vita girovaga tra Germania, Svizzera, Grecia e il carcere, una carriera musicale mai decollata, un figlio avuto nel 1996, e una lotta con la droga che va avanti da sempre, Christiane sopravvive dignitosamente con una forma cronica di epatite e con il dolore per il figlio che le è stato portato via, ma con il quale è riuscita a costruire un rapporto. Una vita solitaria e dismessa insomma quella che ci viene presentata in questo racconto autobiografico, scritto grazie anche al supporto della giornalista Sonja Vukovic. Un racconto pieno di consapevolezza che ci aiuta a capire il perché di certe scelte e, ciò che lo rende tale, non sono i soliti argomenti, come ci si potrebbe aspettare da una biografia simile: droga, alcol, prostituzione e terapie, ma sono le relazioni umane, la solitudine, il dolore, la mancanza di fiducia, la mancanza di amore. Scrivere sulle dipendenze è come scrivere sulle relazioni interpersonali umane e sulla loro fragilità. Leggere sulla dipendenza di Christiane F. è come vivere in prima persona il suo caos emotivo. Caos emotivo da cui è emersa come la Signora Felscherinow, una persona che ha cercato di darsi delle risposte da ex tossicodipendente.
Lettura consigliatissima.
Link per l'intervista breve a Christiane dopo 30 anni ----->Christiane F.

Buona lettura ❤️



Recensione: "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino"- Christiane F.


Ho deciso di inserire questa piccola digressione, ed uscire dalle recensioni ritrovate per la Challenge Books, poiché uno dei libri, scelti per la categoria "tratto da una storia vera", è da considerarsi la seconda parte di un libro che negli anni è diventato iconico, pertanto mi sembrava giusto, per chi non fosse a conoscenza del quadro completo, fare una presentazione di "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino".
Il libro si presenta come sicuramente atipico per forma e contenuto, in copertina viene chiamato "documento-verità" ed è forse la definizione che più gli si avvicina. Pubblicato nel 1978 dai giornalisti K. Hermann e H. Rieck e dalla protagonista Christiane Vera Felscherinow, questo documento autobiografico racconta con particolare realismo le vicissitudini della protagonista Christiane in una Berlino degli anni Settanta: il trasloco a sei anni dalla campagna di Amburgo al sobborgo berlinese di Gropiusstadt, l'infanzia difficile, il padre violento e la separazione dei genitori, l'iniziazione alle droghe dapprima in un oratorio protestante, poi nella discoteca berlinese "Sound", i primi amori, le prime amicizie e la caduta nel tunnel della tossicodipendenza e della prostituzione.
Nel libro si ritrovano le trascrizioni delle diverse interviste che i giornalisti sostennero nel corso del 1978 per due mesi con Christiane e che danno l'idea e l'impressione di dialogare direttamente con i soggetti, aspetto positivo perché rende la stessa lettura una conversazione, senza filtri o spiegazioni sugli atteggiamenti o sulle decisioni degli stessi. 
Sicuramente le parole e la naturalezza del racconto e delle interviste rendono il quadro molto pesante e complesso, destando scalpore, così come fu all'epoca della pubblicazione: la giovanissima età dei protagonisti coinvolti nella tossicodipendenza e nella prostituzione, il sordido contorno di personaggi adulti, spesso psichicamente disturbati, e lo sfruttamento della sventura di ragazzi ancora bambini, schiacciati dal bisogno di procurarsi la dose quotidiana diventano elementi di scandalo. Non a caso molte critiche sono state rivolte al libro proprio per questi motivi, poiché potrebbe essere una lettura non sana e inutile al fine di allontanare i ragazzi dalla droga. Secondo alcuni la testimonianza diretta e cruda di un adolescente, senza commenti, spiegazioni sulle sue azioni, giudizi o analisi sarebbe solo fine a se stessa, soprattutto perché l'intervista di Christiane è contraddittoria e piena di esempi blandi e stupidi su come si finisca nel tunnel della droga.
A mio parere, strettamente personale, ritengo che lo scopo di questo documento non sia quello di dare una morale ("Christiane si droga per solitudine, ma la droga fa male ragazzi! Parlate con i genitori, gli amici o con le vostre figure di rifermento se vi sentite soli!",) ma di fornire una testimonianza scioccante e straziante, in cui la protagonista riporta quello che pensa quasi sempre liberamente, scende nei dettagli, anche scomodi (fuma hashish, prende Lsd, efedrina e mandrax, a quattordici anni per la prima volta si fa di eroina e comincia a prostituirsi), fornisce le sue motivazioni, spiega a modo suo come vede il mondo. Non pensa certo di dare spunto ad un romanzo pedagogico sulla droga. Sta al lettore, alla fine del documento, trarre le conclusioni, fare un'analisi del suo racconto, senza fermarsi alla superficialità di alcune affermazioni poiché dietro le parole si apre sempre un mondo di significati.
Specifico che, con questo, non voglio difenderla o punirla, considerarla una tossica senza speranza o un normale esempio di distruttività giovanile in un contesto di degrado, non voglio scusarla per l'ambiente in cui è cresciuta né assolverla, semplicemente ho analizzato la sua testimonianza come me l'ha raccontata.
Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo) è un  diventato un film nel 1981, diretto da Uli Edel, ambientato tra il 1975 e il 1977, ed è stato girato alla stazione di Berlino Giardino Zoologico (luogo dei veri eventi del libro autobiografico), all'Europa-Center di Charlottenburg e nel Märkisches Viertel di Berlino Ovest. Le riprese fuori Berlino sono state girate a Königslutter am Elm in Bassa Sassonia.  Il film contribuì alla fama della storia di Christiane, rendendo nota, nel mondo occidentale, la piaga della prostituzione e della tossicodipendenza giovanile.
Lettura consigliata come anche il film.

Buona lettura ❤️