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martedì 27 settembre 2022

Recensione: " Foto/grammi dell'anima"- Massimo Bisotti

Buonasera Lettori ♥️ 


Questa sera vi porto in un bellissimo viaggio introspettivo📚

Il libro mi è stato regalato anni fa e, in occasione della challenge books che sto seguendo, ho deciso di leggerlo per la categoria "un libro consigliato da una persona a te cara", perché lo dice lo stesso autore Bisotti: "Desidero che questo libro sia un dono da regalare alla persona che amate, un messaggio per dire "Sai,  ti stavo pensando e ho preso questo libro per te" "

Il libro è composto da 9 storie delicate e fiabesche, con animali e oggetti animati, tramite le quali si coglie un messaggio bellissimo e autentico: ricongiungersi con se stessi e trovare la propria anima. Non si parla di religione né di spiritualità dogmatica, ma si parla di un invito a liberarsi dalle prigioni mentali per realizzare ciò di cui la nostra anima ha bisogno. 

E se per l'autore la nostra anima sceglie i propri compagni di viaggio e li lascia entrare nel suo spazio cosmico, ma sta a noi coltivarla e vivere, queste brevi storie, queste foto dell'anima, ci permettono di pensare, di lanciare il cuore oltre l'ostacolo. La morale, che ogni racconto ha alla fine, non vuole essere saccente ma vuole farci entrare nei nostri pensieri, farci riflettere su tutte quelle scelte che non vengono compiute per paura e che ci tengono ancorate nella nostra confort-zone, perché la vita è una sola possibilità, un solo biglietto di andata, senza reso, senza poter disdire l'abbonamento.




Il libro di Massimo Bisotti mi ha portato a riflettere proprio su un romanzo che ho letto qualche settimana fa "La biblioteca di mezzanotte", in cui la protagonista muore e si ritrova bloccata in questo spazio sospeso nel tempo in cui ha a disposizione tutti i libri, cioè tutte le vite che avrebbe potuto vivere, ma che non ha intrapreso perché non ha scelto, non ha rischiato e si è arresa all'ineluttabilità della vita.

E inevitabilmente sono finita anche a riflettere sull'aut- aut di Kierkegaard, cioè sull'obbligo da parte del filosofo di far prendere al lettore una decisione, di fargli compiere una scelta, perché egli deve decidere come vuole vivere la sua vita, invece di andare passivamente alla deriva lungo il fiume della vita.

Ma che sia uno scrittore o un filosofo la sostanza non cambia: 

"Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro". Dag Hammarskjöld.

Buona lettura ♥️ 📚